Strategie di rilancio

Fusioni, aggregazioni, ridimensionamenti, internazionalizzazioni per affrontare le sfide future nella siderurgia.
Un settore che sta meglio rispetto al 2009, ma che non è ancora uscito dal pantano. E che si interroga su come riorganizzarsi per affrontare le sfide future. Questa è la fotografia del comparto siderurgico italiano emersa durante il 21° Steel Market Outlook, periodico appuntamento organizzato da Siderweb per riflettere ed analizzare lo stato di salute dell’acciaio italiano.

Produrre meno, ridurre i costi
Nel corso dell’incontro, che ha visto anche la presentazione agli operatori di Made in Steel (la fiera dell’acciaio che si terrà nel prossimo marzo a Brescia), il presidente di Federacciai e di Feralpi, Giuseppe Pasini, ha sottolineato che «la crisi della seconda parte del 2008 e del 2009 ha colpito al cuore la siderurgia italiana ed europea: penso che difficilmente torneremo ai livelli del 2006, 2007 e 2008».
Per il futuro, quindi, «bisognerà abituarsi a produrre meno, limando al massimo i costi». Inoltre si dovrà affrontare di petto il problema del rottame «del quale importiamo il 30% del fabbisogno e che ha continue oscillazioni che rendono difficile la pianificazione dei costi industriali». Infine «c’è un’overcapacity di almeno il 30% nel settore dei lunghi». Per riuscire a superare questo difficile momento sarà necessario, quindi, «cercare fusioni, aggregazioni o ridimensionamenti, perseguire l’equilibrio finanziario e internazionalizzarsi».
Un’internazionalizzazione, però, a misura d’Italia: «Non è detto che sia obbligatorio andare in Estremo Oriente – ha spiegato Pasini -. Per i siderurgici italiani è importante una presenza in Europa e, magari in futuro, anche in Nord Africa».
Dello stesso avviso anche Enrico Fornelli, direttore commerciale di AFV Beltrame. Secondo Fornelli «c’è bisogno di alleanze e di aggregazioni. Che vanno fatte però per convinzione, non per disperazione quando si ha l’acqua alla gola». L’esempio potrebbe essere il settore dei voli aerei, che ha visto grandi innovazioni in poco tempo. Per l’acciaio italiano riorganizzarsi «sarà molto difficile, ma non fare a nulla porta solo danni».

La situazione del mercato
Si sono concentrati su tematiche inerenti al mercato, invece, Achille Fornasini (Siderweb), Fabio Baldrighi (Arvedi) e Romano Pezzotti (Assofermet).
Fornasini ha rilevato che il comparto acciaio, dalle materie prime ai prodotti finiti, è al termine di un mini-ciclo di rialzi e che, nelle prossime settimane, ci sarà una correzione delle quotazioni.
Baldrighi prevede per il prossimo futuro nel comparto dei piani una «domanda stabile entro fine anno, importazioni contenute, materie prime in calo, acciaierie che dovranno far leva sulle capacità per evitare tensioni sui prezzi e una grande importanza per l’aspetto finanziario del mercato, con una marcata difficoltà ad accedere al credito».
Pezzotti, infine, ha avvertito che «il prezzo del rottame nel 2010 è cresciuto del 60% nonostante il settore utilizzasse solo il 60% della propria capacità.
Se le produzioni saliranno anche di poco si ripresenterà il problema della scarsa disponibilità di rottame sul mercato».
 
Fonte il Giornale di Brescia

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