Case antisismiche prefabbricate in legno: sicurezza in primo piano

Le costruzioni in cemento perciò subiscono una forza sismica 4 volte superiore rispetto alle costruzioni in legno, hanno però la stessa resistenza come il legno.
Va da se che in queste situazioni di stress sismico siano i materiali più leggeri, fra tutti il legno, ad avere le migliori qualità antisismiche. Il legno inoltre è molto più duttile rispetto al cemento, di conseguenza è in grado di dissipare in modo più efficace le sollecitazioni derivanti dalle scosse sismiche.
Le strutture in legno non riescono solo a resistere al sisma ma hanno anche il grande vantaggio per la loro caratteristica di duttilità di non subire fessurazioni importanti. Le strutture in cemento, al contrario, se realizzate a norma possono resistere bene al sisma, però avranno sempre fessurazioni importanti, che possono arrivare fino al punto di dover abbattere la struttura perché il costo di risanamento è più alto dei costi di ricostruzione.
In parole povere le costruzioni in cemento, se progettate e costruite secondo le norme antisismiche, possono garantire la resistenza al sisma, cioè che l’edificio non crolli, ma non possono garantire che l’edificio non subisca fessurazioni importanti, che rendono l’edificio inabitabile. 
Da non sottovalutare anche il fatto che il cemento, con il passare del tempo, perde la sua elasticità iniziale e le barre di ferro al suo interno subiscono costantemente gli attacchi della corrosione.
Non il massimo per quanto riguarda la costruzione di case antisismiche.
Questa consapevolezza tuttavia non fa parte di un sapere consolidato. Fino a metà degli anni sessanta era addirittura vietato (solo in Italia) erigere case in legno nelle zone sismiche. Un vero e proprio controsenso se andiamo ad analizzare i dati provenienti dalle sperimentazioni più recenti. La più convincente è quella realizzata in Giappone, dove una casa antisismica di sette piani, completamente costruita in legno, ha resistito alla simulazione di scosse di magnitudo pari a quelle del famigerato terremoto di Kobe, che negli anni Novanta fece oltre seimila vittime nel paese del sol levante.


Le cose, però, anche a livello legislativo stanno cambiando molto. Nell’attuale bozza sul piano casa del Governo si legge che, per avere qualsiasi premio di cubatura, sarà necessario provare con documenti il rispetto delle norme antisismiche.
Nelle zone "a rischio", questo significa che qualsiasi ampliamento comporterà la messa in sicurezza dell'intero edificio. Inoltre non sarà più possibile vendere immobili senza il certificato di collaudo statico che dimostra la sicurezza di un edificio.
L'obbligo di munirsi di un certificato antisismico varrà per tutte le compravendite che hanno per oggetto beni immobili.
A quanto pare infine ci sarà un’accelerazione dell’entrata in vigore delle regole antisismiche da tempo rinviate, anticipata al 30 giugno 2010.

Realizzare un edificio antisismico seguendo i metodi di costruzione tradizionali sarebbe anche possibile, ma i costi di realizzazione, se confrontati con l’edilizia prefabbricata, non sono neanche lontanamente paragonabili. Inoltre, per costruire una casa antisismica in mattoni, la progettazione deve subire moltissime modifiche che prevedano l’inserimento di elementi e procedure solitamente non utilizzate nelle costruzioni standard, cosa che porta ad una dilatazione dei tempi di progettazione e realizzazione. Al contrario la casa prefabbricata “nasce” già antisismica senza necessità di aggiungere nulla. E quindi senza costi aggiuntivi.
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