Ristrutturazione di una vetreria a Murano a cura di Setten Genisio

Risalente agli inizi del Novecento e attualmente dismessa, accoglierà a lavori ultimati una struttura alberghiera di 121 camere di categoria quattro stelle, che, con i suoi quasi 5700 metri quadrati di spazi e grazie alla posizione strategica nel cuore dell’isola, diventerà una location ideale per meeting, congressi e soggiorni turistici. Sullo sfondo suggestivo del Canal Grande ci si potrà immergere in un’atmosfera senza tempo, lì dove abili artigiani hanno forgiato nel fuoco manufatti di pregio, lì dove Murano ha potuto plasmare la propria identità di custode della più raffinata tradizione vetraria.

L’intervento, che dovrà tener conto del delicato contesto storico e geografico e del tessuto urbano circostante, si inserisce in un più ampio progetto di riqualificazione dell’ area in cui l’edificio è inserito: essa è infatti sede di un complesso industriale che fu adibito alla produzione di perle in vetro (le cosiddette “conterie”) e che cessò l’attività nel 1993 dopo un periodo di lento declino. Il progetto architettonico, sviluppato dallo studio Antonio Citterio , Patricia Viel & Partners di Milano con la collaborazione di un team di project management individuato nella società Sinergo Project, in un’ottica di valorizzazione e promozione dell’isola veneziana ha centrato l’obiettivo del recupero adattandolo alle nuove funzionalità.

La Setten Genesio S.p.a., da trent’anni realtà d’eccellenza nel campo dell’edilizia e del restauro, è stata scelta quale partner ideale per tale realizzazione. I lavori, iniziati nel gennaio 2010, hanno comportato un preliminare e delicato intervento di consolidamento di fondazioni e opere provvisionali. L’edificio esistente si distingue per la caratteristica forma a “T” data dall’intersezione di due corpi di fabbrica principali, e sarà sottoposto a un’opera di ristrutturazione edilizia con vincolo parziale. Ciò significa che si procederà a un ripristino integrale dell’esistente tramite un accurato intervento di restauro e, laddove le strutture risultassero particolarmente compromesse, si ricorrerà alla ricostruzione mirando tuttavia alla conservazione del disegno di progetto originale.

Per mantenere intatta l’architettura originaria di uno dei luoghi nei quali la “piccola Venezia” si fece grande con la sua splendida arte, l’impresa opitergina procederà innanzitutto al riutilizzo degli ampi spazi a sviluppo verticale che qualificano la costruzione e all’applicazione di griglie in acciaio grigio verniciato per i serramenti esterni. Sarà, inoltre, completamente recuperata la facciata del corpo longitudinale, che, con la tipica struttura in mattoni faccia a vista, le aperture ad arco o rettangolari con conci di pietra d’Istria e le campate regolari di stile ottocentesco, racchiude la memoria storica del complesso. Dettagli di grande pregevolezza estetica, che, rifacendosi alle più tradizionali pratiche costruttive veneziane, connotano l’edificio attraverso finiture di valore e di grande impatto visivo.

Per esprimere poi l’anima più funzionale e contemporanea dello stabile, in corrispondenza delle camere e della zona ricevimento sarà ricavata una facciata interna completamente vetrata, separata da quella esterna in mattoni da una spazio continuo sulla verticale e dunque autonoma dal punto di vista impiantistico e strutturale. L’insieme che si viene a creare è assai suggestivo: da un lato la facciata esterna costituirà una peculiare quinta visiva per tutte le camere, dando origine, distaccandosi, a un vuoto panoramico a tutta altezza; dall’altro quella più interna si contrapporrà al disegno geometrico delle campate e alla matericità della pelle originaria dell’edificio con la sua consistenza evanescente e traslucida, in un gioco davvero particolare di proiezioni e trasparenze.

Un’opera significativa sotto il profilo tecnico riguarderà inoltre il recupero delle 21 capriate in legno lamellare d’abete in corrispondenza delle quali le due facciate si incontreranno a livello di copertura nel piano sottotetto e che costituiscono non solo un elemento di sostegno strutturale, ma anche un particolare pregevole di decoro architettonico. A una prima verifica esse risultano non essere in grado di sopportare le sollecitazioni di carico derivanti da pioggia o da altri agenti atmosferici: si procederà pertanto alla loro sostituzione oppure all’inserimento di profili accoppiati alle sezioni in legno per rinforzarne l’ossatura. Per le coperture invece si è optato per un manto in coppi, nel corpo di fabbrica maggiore, e in lastre di rame-bronzo patinato con finiture in lattoneria per quello minore, al fine di ricalcare la struttura tipica dei tetti delle vetrerie muranesi.

L’edificio, infine, diventa vetrina delle più moderne tecnologie e capacità costruttive, risultato di un know how che ogni giorno si arricchisce di soluzioni specificatamente elaborate dalla Setten Genesio e dai suoi professionisti del comparto Sviluppo tecnologie innovative. A valorizzare il progetto originale vi saranno dunque una recinzione di nuova costruzione in lastre di vetro nei pressi dell’ingresso, cancelli in acciaio verniciato, una pavimentazione esterna sopraelevata in doghe di frassino e un giardino zen in ghiaia di stampo giapponese.

Gli spazi esterni, lastricati in pietra naturale e mattoni a taglio, saranno organizzati in percorsi e aree di sosta dal taglio fortemente geometrico, mentre, per contrastare l’alta marea, porte e portefinestre a piano terra saranno portate a quota 160 cm slm e protette da un sistema collaudato di vasche e paratie.

In allegato: L’antica vetreria oggetto dell’intervento.

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