Rapporto CRESME sul mercato mondiale delle costruzioni

Stante all’aggiornamento di Aprile, il valore globale degli investimenti nel 2009 (in valori costanti 2008) è quantificabile in 4.531 miliardi di euro. Rispetto al 2008, l’anno appena passato si è chiuso con un calo del 3,56% ed il settore ha subìto un ulteriore ridimensionamento. Il suo peso sull’output mondiale si è infatti attestato all’11,3% (corrispondeva all’11,7% nel 2006). Nel 2010, grazie soprattutto all’aumento delle risorse impegnate per opere infrastrutturali (+4,4%), specialmente in Asia (+6,0%) e in America (+7,2% in Nord America e +5,7% in Sud America), le previsioni indicano una ripresa del mercato mondiale, quantificabile in una crescita degli investimenti totali dell’ordine del 2,9%; una ripresa che si preannuncia quindi in tono minore rispetto a quanto previsto per il Pil mondiale, che, secondo le più recenti stime del FMI, nel 2010 crescerà del 4,2%.

Il settore residenziale, con una quota del 38% delle risorse complessive, rappresenta il primo mercato globale. Gli investimenti nel 2009, attestandosi intorno ai 1.715 miliardi, hanno subìto una flessione del 2,1% rispetto all’anno passato. Se la contrazione, dopo 7 anni di continua espansione, ha avuto inizio nel 2007, l’annus horribilis per il comparto è stato proprio il 2008 quando il mercato è crollato del 6,9%. Nel 2010 ci si attende una leggere ripresa, con gli investimenti che cresceranno del 2% riportandosi a circa gli stessi livelli del 2008.

Dopo sei anni di crescita, la flessione è arrivata anche per il mercato non residenziale. Il 2009 dovrebbe essersi chiuso con una contrazione degli investimenti nell’ordine del 6,1%, un calo arrivato dopo tre anni di espansione sostenuta (superiore all’8% nel 2006 e 2007 e pari al 4,6% nel 2008). Nell’anno appena passato, la quota degli investimenti relativa al comparto è stata del 33,4%, pari cioè a 1.557 miliardi di euro. Anche per il mercato non residenziale il 2010 rappresenterà un anno di ripresa, con gli investimenti che si prevede cresceranno del 2,5%.

Il mercato del genio civile, quantificabile in 1.297 miliardi di euro, rappresenta il 29% del mercato totale. Si tratta del segmento che è cresciuto di più nella prospettiva di medio periodo (+19% rispetto al 2005); tuttavia nel 2009 le risorse messe a disposizione per le infrastrutture hanno subìto una contrazione del 2,5% rispetto al 2008, anno in cui, seppur in tono minore rispetto agli anni precedenti, il mercato aveva continuato ad espandersi (+6,3%, rispetto al +7,6% del 2007). Il settore trainerà comunque la ripresa nel 2010 espandendosi del 4,4%, una crescita, quindi, capace di neutralizzare completamente la flessione del 2009.

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In termini dimensionali, per la prima volta nel 2009 il mercato asiatico, con 1.611 miliardi di investimenti (il 36% degli investimenti mondiali), ha superato il mercato europeo, ridottosi a 1.560 miliardi di euro. In effetti, il processo di catch-up è proseguito per tutti gli anni duemila fino a completarsi nel 2009 e, stante la scarsa dinamicità del mercato europeo, è veramente difficile immaginare come la situazione possa cambiare in futuro. In riferimento alla dimensione demografica, però, nel 2009 il mercato europeo è ancora di gran lunga il più sviluppato: 2.114 euro a persona di investimenti in costruzioni, rispetto agli appena 418 euro procapite dell’edilizia asiatica. Si tratta di un valore decisamente superiore anche rispetto al mercato Nordamericano (1.854 euro). Tuttavia il gap tende a ridimensionarsi se si considerano i tassi di cambio a parità di potere d’acquisto; in questo caso Nord America ed Europa si attestano intorno a 1.900 euro a persona, mentre il valore dell’indice procapite asiatico sale a 565 euro.

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Il mercato africano risulta quello più “leggero”, con appena 325 euro procapite a parità di potere d’acquisto, ma c’è da evidenziare come fossero appena di 262 nel 2005; inoltre, utilizzando il rapporto tra investimenti e Pil come proxy del peso economico di un settore e del suo indotto, le costruzioni in Africa arrivano a rappresentare quasi il 17%, una quota di gran lunga superiore rispetto a tutte le macroaree considerate. Il mercato africano, d’altra parte, è quello che ha mostrato una dinamica espansiva più sostenuta; tra il 2000 e il 2005 il tasso annuo medio di crescita è stato superiore all’8% e nel 2009 gli investimenti sono cresciuti ancora del 5,7%. Si può parlare di un vero e proprio boom per il settore nel continente, sostenuto dalle ottime performances economiche e dai grandi progetti infrastrutturali. A conferma, nel 2010 il mercato delle costruzioni nel continente africano è quello che secondo le previsioni è destinato ad espandersi in misura maggiore (+7,5%).

Il mercato Sudamericano ha subìto i contraccolpi della crisi finanziaria a partire dalla fine del 2008, chiusosi con un leggero rallentamento nella dinamica espansiva. Nel 2009, l’espansione delle Costruzioni si è mantenuta estremamente contenuta (+1,8%), mentre nel 2010 il tasso di crescita del mercato dovrebbe riportarsi ai livelli medi di inizio 2000 (intorno al +5%).

In Nord America e in Europa il 2009 è stato l’anno peggiore per il settore delle costruzioni, con crolli degli investimenti dell’ordine dell’ 11 e del 9%. In Europa la dinamica negativa è dovuta in larga parte alla flessione del comparto residenziale (-12%); mentre in Nord America, dopo che il mercato della abitazioni aveva subito un duro colpo nel 2008, con una perdita del 24% di investimenti, si è assistito al crollo del mercato non residenziale (-20%) e del genio civile (-17%). La ripresa arriverà prima in America (+4,3% nel 2010), trainata da infrastrutture e non residenziale; mentre in Europa il 2010 dovrebbe chiudersi con un’ulteriore flessione del mercato (-1,8%), ancora trascinato al ribasso dalle performances negative del comparto residenziale (-2%) e, soprattutto, di quello non residenziale -4%.

Il mercato asiatico si è dimostrato invece in grado di resistere ai contraccolpi della crisi globale mantenendo stabilmente, tra il 2008 e il 2010, tassi di crescita intorno al 5-6%.

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Non sorprende il fatto che la produzione residenziale sia ampiamente rappresentata in Europa, America Settentrionale e Sud America e assai meno in Africa e nel continente Australiano, dove il processo di infrastrutturazione prende il sopravvento sulle altre forme di investimento. Nel continente asiatico, sia il mercato residenziale che quello non residenziale hanno mostrato un’espansione costante negli ultimi anni e nel 2009 la distribuzione delle risorse nel settore delle costruzioni risulta praticamente uniforme. E’ chiaro che se ad occidente la salute del mercato dipende fortemente dalle dinamiche demografiche e dalla capacità di rinnovare e qualificare il patrimonio immobiliare esistente, in Africa e in molti paesi asiatici l’attuale congiuntura è regolata soprattutto dagli investimenti in infrastrutture, in quanto fattore trainante dello sviluppo nell’area, ma anche, nelle economie più mature, in quanto strumento straordinario di molti pacchetti anti-crisi.

Considerando i singoli paesi, nel 2009 i primi 15 mercati mondiali hanno rappresentato il 74% degli investimenti complessivi, una quota grosso modo coincidente con il corrispondente peso economico (misurato in termini di Pil). Proprio nel 2009, il mercato cinese è diventato il primo mercato globale, 679 miliardi di euro, avendo superato per la prima volta il mercato Statunitense, fermo a 624 miliardi. L’importanza delle costruzioni sull’economia del colosso asiatico è evidente se si osserva come il peso delle costruzioni cinesi sul mercato mondiale sia decisamente superiore (15%) alla quota di Pil corrispondente (8,0%). D’altra parte, nel 2009, l’edilizia ha inciso in Cina in termini di investimenti oltre il 21% sul prodotto interno lordo, un dato molto più significativo del 6,5% degli Stati Uniti, o del 10-12% di Italia, Germania, Francia e Gran Bretagna.

Rapporto CRESME sul mercato mondiale delle costruzioni

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In termini di investimenti procapite a parità di potere d’acquisto, i paesi che mostrano valori più elevati sono localizzati in Medio Oriente, un area dalla bassa densità abitativa ed elevato Pil procapite, coinvolta, negli ultimi anni, in un grande sforzo di trasformazione del territorio.

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In Occidente, la concomitanza dell’inversione del ciclo edilizio e della congiuntura economica ha determinato, tra il 2007 e il 2009, a veri e propri crolli degli investimenti; negli Stati Uniti, in Spagna, nel Regno Unito, ma anche in Italia e in Francia, riduzioni addirittura dell’ordine del 10-15% hanno riportato il mercato ai livelli di fine anni novanta. In Germania il 2008 chiude un triennio di espansione dell’edilizia e nel 2009, seppur in tono minore rispetto ad altri grandi paesi dell’area euro, il mercato ha ricominciato a contrarsi. Nel 2010 il segno positivo ritornerà in Nord America, mentre in Europa le previsioni indicano ancora, seppur in attenuazione, una dinamica tendenzialmente negativa. Se in Giappone la dimensione del trend negativo che affliggeva l’edilizia da oltre un ventennio sembrava, negli ultimi anni, in fase di neutralizzazione, le previsioni ne suggeriscono la ripresa nel 2010. Anche in Corea del Sud, la leggera risalita del mercato nel 2007 è stata completamente riassorbita dal crollo del 2008, e nella dinamica del 2009 e del 2010 persiste il segno negativo. Nelle principali economie emergenti, invece, sostenuta dall’impressionante crescita economica e dai sempre più rapidi processi di infrastrutturazione, la domanda è cresciuta a ritmi vertiginosi; l’inasprirsi della congiuntura economica mondiale ha avuto soltanto l’effetto di rallentarne l’espansione. Nei cosìddetti BRIICS le ultime stime CRESME indicano, per il 2009, una crescita del mercato del 5,2%, 5,2 punti percentuali in meno rispetto all’anno prima. Il rallentamento è dovuto in larga parte alle flessioni registrate nei paesi più esposti alla crisi mondiale, come Russia (-18,2%), Sudafrica (-15%) e Brasile (-4%); ma già nel 2010 le previsioni prospettano una nuova accelerazione (+7,9% degli investimenti), grazie anche alla ripresa del mercato brasiliano e di quello russo. Sorretto dai grandi investimenti in infrastrutture il settore delle costruzioni ha invece continuato a correre in Cina facendo registrare un incremento del 13% delle risorse nel 2009, seguito a quello del 12,1% del 2008, mentre per il 2010 ci si attende ancora una significativa espansione dell’ordine del 12%.

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