Edifici silenziosi e intelligenti

Dopo le norme sulle prestazioni energetiche degli edifici (UNI TS 11300) ecco quindi un altro importante tassello che UNI mette a disposizione degli operatori per affrontare le sfide del costruire a regola d’arte, nell’interesse del cittadino consumatore quando si rapporta al bene principale della propria esistenza come, in genere, è la casa: nel caso specifico la norma definisce la classificazione acustica degli edifici.

La classificazione acustica di una unità immobiliare, basata su misure effettuate al termine dell’opera, consente di informare i futuri proprietari/abitanti sulle caratteristiche acustiche della stessa e di tutelare i vari soggetti che intervengono nel processo edilizio (progettisti, produttori di materiali da costruzione, costruttori, venditori, ecc.) da possibili successive contestazioni.

Alla elaborazione di questa norma hanno partecipato oltre 60 esperti in rappresentanza di tutti gli interessi “in gioco”. Infatti tutte le fasi che convergono nel processo di realizzazione dell’opera sono determinanti ai fini del risultato acustico: la progettazione, l’esecuzione dei lavori, la posa in opera dei materiali, la direzione dei lavori, le eventuali verifiche in corso d’opera, ecc.

La norma si applica a tutti i tipi di edifici, tranne a quelli ad uso agricolo, artigianale e industriale. Nell’ambito di applicazione della norma, i requisiti acustici di ospedali, cliniche, case di cura e scuole sono definiti da una specifica appendice.

La norma UNI prevede quattro differenti classi di efficienza acustica: si va dalla classe 1, che identifica il livello più alto (più silenzioso), alla classe 4 che è la più bassa (più rumoroso): va considerato che, seppure il livello prestazionale “di base” sia rappresentato dalla terza classe, la stragrande maggioranza degli edifici italiani attualmente esistenti non raggiunge neppure la quarta classe.
Questa griglia di classificazione viene attuata sulla base di misurazioni dei livelli sonori e non solo di dati progettuali, inoltre è prevista per singole unità immobiliari e non per l’intero edificio (ad esempio, nel caso di un condominio, la classe deve essere assegnata ad ognuno degli appartamenti che lo compongono, e non genericamente all’intero condominio).
Se, da un lato, questo rende più complicata la determinazione di efficienza acustica, dall’altro è una maggiore garanzia sul risultato finale che si potrà ottenere.

La valutazione complessiva di efficienza sarà obbligatoriamente accompagnata da valutazioni per ogni singolo requisito considerato; sono infatti oggetto di classificazione l’isolamento di facciata, l’isolamento rispetto ai vicini (sia per i rumori aerei, sia per i rumori di calpestio) e il livello sonoro degli impianti. Nel caso degli alberghi sono considerati altresì gli isolamenti acustici fra ambienti della stessa unità immobiliare (es. fra le camere).

Nel processo di approvazione finale, il progetto di norma UNI ha ricevuto circa 280 commenti, a testimonianza del grande interesse destato.
Oltre ai commenti di tipo “editoriale” per facilitare la comprensione del testo, la maggior parte delle segnalazioni ricevute riguardava problemi di tipo “tecnico” che sono stati analizzati nel dettaglio dalla Commissione “Acustica e vibrazioni”, per raggiungere una soluzione condivisa.

Tra gli argomenti più dibattuti la scelta di utilizzare la media energetica (invece di quella matematica) come indice unico rappresentativo di efficienza. Tale scelta è stata ritenuta la migliore dopo un lungo dibattito e un ampio confronto tra gli esperti, che hanno riconosciuto come entrambe le possibilità presentino sia aspetti positivi sia negativi. Comunque, per fornire all’utilizzatore informazioni complete ed esaurienti, la norma prevede che l’indice unico rappresentativo delle caratteristiche acustiche dell’ unità immobiliare (classi I, II, III e IV) sia integrato da altri cinque valori numerici che rappresentano le singole prestazioni acustiche.
Per quanto riguarda le difficoltà applicative, la futura norma UNI è certamente corposa e densa di contenuti tecnici che necessitano un’adeguata professionalità, ma la Commissione UNI li ha affiancati con una parte di testo contenente esempi di calcolo pensati proprio per facilitarne l’applicazione.
Circa la quantificazione dei requisiti acustici passivi, i valori proposti dalla norma UNI rappresentano una reale fattibilità assicurando, al contempo, un buon grado di comfort acustico: gli interessi degli acquirenti infatti sono sempre stati una priorità dell’UNI, così come delle pubbliche amministrazioni locali (Regioni e Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente) e del Ministero dell’Ambiente, che hanno partecipato ai lavori di normazione.
Quest’ultimo, inoltre, in perfetta sintonia con quanto fatto dall’UNI, sta elaborando il testo del nuovo decreto sui limiti passivi che inquadrerà opportunamente ed organicamente la materia trattata.

Secondo Piero Torretta, presidente UNI “La nuova norma tecnica sulla classificazione acustica degli edifici costituisce un esempio di efficacia della normazione tecnica volontaria in quanto ha saputo conciliare e sintetizzare le esigenze e le aspettative dell’utente sulle caratteristiche prestazionali del prodotto (e le conseguenti garanzie d’uso), con la capacità/possibilità del produttore (progettista, fornitore di componenti, assemblatore, impresa di costruzioni) di realizzarle, garantendo le prestazioni dichiarate ed attese”.
“Per sua natura la norma tecnica volontaria definisce infatti lo stato dell’arte di un prodotto/servizio, ma non è una norma imposta dall’alto o dall’esterno, bensì è un accordo condiviso, trasparente, consensuale, alla cui definizione possono partecipare tutti gli stakeholders interessati”.
Prosegue Torretta “La norma sulla classificazione acustica degli edifici si aggiunge a quella sulla certificazione energetica (e potrà essere integrata nel futuro da quella sulla sostenibilità) migliorando il quadro delle informazioni a disposizione dell’utente del bene edilizio. Quadro che, con il meccanismo della classificazione graduata, conferisce al bene edilizio un nuovo valore economico legato alla capacità dello stesso di soddisfare esigenze spesso immateriali dell’utilizzatore (comfort, privacy, emissioni CO2, consumo materiali…). Come tutte le norme tecniche di prodotto/servizio, la norma UNI 11367 ha posto al centro della sua attenzione il consumatore, le sue esigenze, la sua tutela nel rapporto con il mondo della produzione, che – a sua volta – è impegnato a dare informazioni sul tipo di prodotto che realizza e immette sul mercato: in particolare su quali sono le caratteristiche e le prestazioni rispetto allo standard definito dalla norma tecnica di riferimento.
Un modo per qualificare i rapporti contrattuali in modo chiaro, evitando equivoci tra le aspettative della domanda ed il contenuto dell’offerta.”

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