Nuovo consiglio direttivo ACIMALL

L’assemblea generale di Acimall, riunitasi ad Assago il 25 giugno scorso, ha conferito all’unanimità il terzo mandato ad Ambrogio Delachi (Delmac spa di Thiene, Vicenza) quale presidente di Acimall, l’associazione confindustriale che rappresenta i costruttori italiani di tecnologie per la lavorazione del legno e dei suoi derivati.Ad affiancarlo otto consiglieri: i vicepresidenti Franco Paviotti della Metal World di Pavia di Udine e Ivano Coral della Coral di Leinì (Torino), il tesoriere Roberto de Joannon della Incomac di Montebelluna (Treviso), Giancarlo Anselmi (Bruno Balducci di Sesto San Giovanni, Milano), Stefano Dal Lago (Cms di Zogno, Bergamo), Giampiero Mauri (Mauri Macchine di Cermenate, Como), Lorenzo Primultini (Primultini di Marano Vicentino, Vicenza) e Christian Salvador della Solidea di San Vendemiano (Treviso). 
Un consiglio – del quale fa parte anche Luciano Costa (Scm Group di Rimini) in qualità di past president – fortemente rinnovato (cinque consiglieri sono alla loro prima esperienza nel direttivo della associazione) ma con alcuni elementi di continuità, indispensabili in una situazione complessa come quella che l’economia mondiale sta attraversando. 
“Questo terzo mandato è un segno della fiducia degli associati non solo nella mia persona, ma nel lavoro fatto dai direttivi da me presieduti in questi sei anni”, ha commentato Delachi al termine dell’assemblea. “Acimall si trova a rappresentare fra enormi turbolenze economiche un settore industriale di grande importanza per il “made in Italy” e sono sicuro che l’esperienza di alcuni di noi, unita alla visione e alla ventata di novità che indubbiamente ci verranno dai consiglieri di prima nomina, ci permetterà di guardare con fiducia agli impegni che ci attendono”.“E non vi è dubbio alcuno che prioritario– ha proseguito Delachi – sarà lavorare, come stiamo peraltro già facendo da settimane, perché tutto il nostro comparto possa esprimersi unitariamente, alla luce di una unità di intenti indispensabile per dare fiato al “made in Italy” e per non rimanere stritolati in una competizione globale sempre più serrata”.   

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