Condono edilizio per mini abusi

E al momento, effettivamente, quella norma non si presenta come un condono, se non altro per il fatto che non sono previste condizioni di favore per chi decidesse si aderire. Nella storia recente del nostro Paese però i condoni, fiscali o edilizi, sono sempre arrivati non in prima battuta come provvedimento del governo, ma sotto forma di emendamento firmato da parlamentari.
E in queste ore in Senato sembrano essere iniziate le grandi manovre che potrebbero portare ad un assetto finale della materia diverso da quello che c’è adesso. Fanno da apripista alcuni senatori del Pdl che da tempo si occupano del tema, tra cui il campano Carlo Sarro, recente autore di un disegno di legge per la riapertura nella sua Regione della sanatoria edilizia datata 2003. Proprio su sollecitazione della Campania il governo ha approvato un decreto legge che sospende le demolizioni nei casi in cui gli immobili irregolari siano usati come abitazione principale.

Il progetto a cui si lavora ora riguarderebbe invece l’intero territorio nazionale e sarebbe limitato, almeno nelle intenzioni dei proponenti, a “piccoli abusi” o – come si usa dire – “abusi di necessità”. I dettagli non sono ancora noti, ma si punterebbe quindi a sanare più gli ampliamenti irregolari di immobili esistenti, che le costruzioni completamente abusive.

Al momento il Pdl in quanto tale non si è assunto la paternità della proposta, ed anzi con il vice-capogruppo a Palazzo Madama, Quagliariello, ha ribadito che non ci saranno condoni. Ma questo progetto, ammesso che arrivi ad essere formalizzato, potrebbe essere solo il primo passo. In realtà la regolarizzazione catastale contenuta nel decreto appare al momento incompleta. Sono due le tipologie di irregolarità catastale ipotizzate: da una parte ci sono gli immobili “fantasma”, quelli finora non dichiarati e identificati dall’Agenzia del Territorio attraverso fotografie aeree; dall’altra le «variazioni di consistenza o di destinazione» che non risultino al Catasto. Nel primo caso la sanzione minacciata è l’attribuzione di una rendita catastale presunta, nel secondo l’avvio di un accertamento anche in collaborazione con i Comuni.

E proprio agli enti locali dovrebbe toccare un ruolo decisivo; non è chiaro però che margini discrezionali avranno quando, grazie ai dati comunicati dall’Agenzia del Territorio, si ritroveranno di fronte a situazioni sanate dal punto di vista catastale, ma irregolari o completamente abusive da quello urbanistico: si ritiene infatti che la maggior parte delle unità immobiliari irregolari dal punto di vista catastale lo siano anche da quello edilizio.

Anche la relazione tecnica appare quanto mai prudente nel quantificare gli effetti della norma: prevede infatti un maggior gettito fiscale di un centinaio di milioni, derivante dalla tassazione Irpef sulle maggiori rendite catastali, mentre non è stimato l’effetto sui tributi locali.

Fonte: ll Messaggero

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