Proposta UNI sulla classificazione acustica degli edifici

Ai lavori del gruppo partecipano, oltre al Ministero dell’Ambiente, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA, ex APAT); le associazioni della filiera delle costruzioni (ANCE, ANDIL, ANIT, ANPAE, ASSOBETON, CNA, FEDERLEGNO; UCCT; UNCSAAL); la Regione Lombardia e le ARPA Piemonte e Lombardia; le Università di Bologna, Firenze, Milano, Padova e Ferrara; le Associazioni dei tecnici acustici (AIA, ASSOACUSTICI); i laboratori di prova (ITC-CNR, CESI, GIORDANO, Modulo Uno, INRIM, LAPI); studi di consulenza e non ultimi i fabbricanti di materiale fonoisolante.

Il DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) del 5 dicembre 1997 “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici” ha fin da subito manifestato alcuni limiti e contraddizioni. Da più parti sono state formulate varie richieste, anche dalla stessa commissione “Acustica e Vibrazioni” dell’UNI, affinché tale decreto venisse aggiornato e corretto, per superare la situazione conflittuale creatasi tra i costruttori e gli acquirenti.
In questo senso il gruppo di lavoro intende fornire uno strumento di normazione tecnica utile anche a risolvere tale problema e l’obiettivo è quello di concludere i lavori entro l’anno in corso. Per riuscire nell’intento, l’ingegner Giuseppe Elia, coordinatore del gruppo medesimo e presidente della commissione “Acustica e Vibrazioni”, sta richiedendo al gruppo un notevole impegno anche attraverso riunioni ravvicinate nel tempo.

La norma in elaborazione si propone di definire, in riferimento ad alcuni requisiti acustici prestazionali degli edifici, i criteri per la loro misurazione e valutazione. Su tale base la norma stabilisce inoltre una classificazione acustica (in riferimento ad ognuno dei requisiti) per l’intera unità immobiliare. È infine proposta una valutazione sintetica (con un unico indice descrittore) dell’insieme dei requisiti per unità immobiliare.
La classificazione acustica di un sistema edilizio consente di informare compiutamente i futuri utilizzatori sulle caratteristiche dell’edificio che andranno ad abitare e di tutelare i vari soggetti che intervengono nel processo edilizio (proprietari, progettisti, costruttori, venditori, produttori, ecc.) da possibili successive contestazioni. Per edifici di nuova costruzione o in ristrutturazione diventa pertanto di particolare importanza correlare il progetto ai requisiti acustici attesi in opera e quindi seguire scrupolosamente una serie di passaggi, dal progetto alla realizzazione dell’immobile:
• prima dell’inizio dei lavori eseguire calcoli previsionali dei requisiti acustici passivi per il progetto in esame;
• in corso d’opera verificare la corretta posa di materiali e i sistemi costruttivi;
• in corso d’opera e a fine lavori eseguire misurazioni strumentali per determinare le prestazioni raggiunte e individuare eventuali accorgimenti correttivi nel caso in cui quanto misurato non collimi con gli obiettivi prefissati.
I calcoli previsionali possono essere eseguiti adottando le indicazioni riportate nelle norme serie UNI EN 12354 e nel rapporto tecnico UNI/TR 11175 che si propone, appunto, come guida alle norme serie UNI EN 12354 per la previsione delle prestazioni acustiche degli edifici con applicazione alla tipologia costruttiva nazionale.
Se si intendono ottenere in opera valori paragonabili ai risultati definiti nel progetto, è di fondamentale importanza controllare con attenzione la corretta esecuzione dei lavori. Piccoli errori di posa possono comportare forti scostamenti del risultato finale dalla valutazione previsionale. È quindi opportuno che la progettazione dei requisiti acustici, i controlli in corso d’opera e le misure strumentali vengano eseguiti da tecnici dotati di adeguata preparazione nei campi dell’acustica, dell’edilizia e dell’impiantistica.

La norma si applica essenzialmente alla cosiddetta “unità immobiliare”, che vien definita come porzione di fabbricato, o un fabbricato, o un insieme di fabbricati ovvero un’area che, nello stato in cui si trova e secondo l’uso locale, presenta potenzialità di autonomia funzionale e reddituale. Ai fini del progetto di norma in corso di elaborazione si considerano le unità immobiliari aventi le seguenti destinazioni d’uso: residenze; uffici; alberghi e pensioni; attività ricreative o di culto (salvo il caso di specifici ambienti in cui la qualità acustica sia una caratteristica fondamentale da valutare mediante una progettazione acustica particolarmente specifica) e attività commerciali.
Per gli ospedali e le scuole non è prevista la classificazione, ma sono tuttavia indicati dei valori limite di riferimento per ognuno dei requisiti considerati.
Vengono prese in considerazioni le seguenti grandezze acustiche, già considerate nel DPCM sopra menzionato:
• indice di valutazione dell’isolamento acustico normalizzato di facciata;
• indice di valutazione del potere fonoisolante apparente di divisori verticali e orizzontali fra ambienti appartenenti a differenti unità immobiliari;
• indice di valutazione del livello di pressione sonora di calpestio normalizzato fra ambienti sovrapposti e/o adiacenti appartenenti a differenti unità immobiliari;
• livello sonoro immesso da impianti a funzionamento continuo;
• livello sonoro immesso da impianti a funzionamento discontinuo.
Per ognuna di queste grandezze vengono definite 4 classi alle quali viene attribuito questo significato:
• classe I: prestazioni acustiche ottime;
• classe II: prestazioni acustiche buone;
• classe III: prestazioni acustiche di base;
• classe IV: prestazioni acustiche modeste.
Per gli alberghi, gli ospedali e le scuole, oltre ai cinque requisiti sopra enunciati, sono stati individuati requisiti di isolamento acustico fra ambienti interni (per esempio per camere d’albergo, camere di degenza, aule).
Il gruppo di lavoro ha risolto tutti gli aspetti più critici emersi nel corso dei lavori (come la definizione delle classi, l’incertezza di misura, i criteri di campionamento): argomenti delicati sui quali, dopo un intenso dibattito, si è riusciti ad ottenere un adeguato consenso.
Se i Ministeri competenti considereranno positivamente il risultato dei lavori che il gruppo misto UNI sta concludendo, si può affermare che UNI – ancora una volta – è stata in grado di contribuire alla risoluzione di problemi inerenti la vita quotidiana.

Il numero della rivista U&C di settembre, di prossima pubblicazione, conterrà un dossier dal titolo “Le nuove sfide del costruire a regola d’arte”, nel quale verranno delineate – con il contributo di tecnici ed esperti del settore – le nuove sfide che la normazione tecnica si trova ad affrontare nel campo dell’edilizia. In particolare l’uso sostenibile delle risorse naturali, il rapporto tra innovazione e normazione, l’interoperabilità e l’accessibilità dell’ambiente costruito.

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