ANCAB-CRESME: compravendite in calo del 33,4%

La stima elaborata da CRESME a partire da una indagine realizzata sulle famiglie e’ chiara: solo rimanendo nell’ambito dell’ampliamento dei fabbricati residenziali monobifamigliari esistenti -e quindi non prendendo in considerazione gli effetti che ci potranno essere in termini di demolizione ricostruzione e di interventi sull’edilizia non residenziale che alcune regioni stanno prevedendo- la stima del CRESME prevede che se solo il 12% degli aventi diritto utilizzasse la possibilita’ di ampliamento sarebbero messi in moto 61 miliardi di euro di investimento, per 153 milioni di mc, e attivando 765.000 occupati diretti e 265.000 indiretti.
L’effetto e’ un rilancio eccezionale per il 2010 e il 2011 e un altrettanto importante caduta nel 2012.
Ma soprattutto l’intervento avrebbe un effetto importante sul mercato immobiliare e sulla domanda primaria.
Se il 30% del 12% che ne avrebbe diritto utilizzasse la possibilita’ di realizzare un miniappartamento di 50/70 mq, invece delle semplici 2 stanze, si immetterebbero sul mercato 346.000 abitazioni che messe in relazione con la frenata delle compravendite contribuirebbero al deperimento, pur parziale, del mercato immobiliare, rimandandone la ripresa.
Da segnalare come il Piano Casa per l’edilizia sociale, che stanzia una prima tranche di 350 milioni di euro, introduca sul mercato un modello di intervento innovativo, “basato su strette parnership di interventi pubblici e interventi privati che possono dare il via ad una nuova stagione in termini di risposta ai fabbisogni abitativi, in particolare per la fascia di famiglie che sta affrontando con maggiore difficolta’ la crisi”.

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