Un parco scientifico per 17.000 persone

L’inaugurazione ufficiale del cantiere è fissata per oggi, ma sulla sommità della collina degli Erzelli i primi operai hanno già cominciato a lavorare da qualche giorno.
Parte così, dopo anni di incertezze e di polemiche, una delle grandi operazioni che dovrebbero cambiare il volto del ponente genovese e ridare fiato alla città in questo momento di crisi. Si tratta di un progetto complesso che ha numeri da capogiro. I costruttori parlano di un investimento diretto di circa 1,1 miliardi di euro per la realizzazione di un grande parco scientifico, che dovrebbe attrarre l’interesse di piccole e grandi aziende intorno al polo di attrazione costituito dalla facoltà di Ingegneria.
L’opera è più che ambiziosa, ma come spesso capita in Italia, per arrivare al nastro di partenza ci sono voluti tempi biblici e una conflittualità (culminata nelle dimissioni del primo progettista, l’architetto Renzo Piano) che non è ancora finita.
La facoltà di Ingegneria occupa 90 mila metri quadrati nella parte nord dell´insediamento, e si affaccia su due piazze che, stando alle intenzioni dei progettisti coordinati dall´architetto Mario Bellini, dovrebbero diventare il punto di incontro della comunità scientifica del parco. L´insediamento è circondato da una fitta schiera di palazzine (destinate alle aziende) disposte a raggiera. Al centro, dove il parco si sviluppa attorno a un laghetto, sorgeranno le residenze private, comprese due torri che chiudono l´insediamento a Sud. I calcoli dei progettisti prevedono che, alla fine, quando l´intero complesso sarà pronto, sugli Erzelli ci saranno aziende che daranno lavoro a diecimila persone, un´università che nei giorni feriali ospiterà fino a quattromila professori e studenti, e un migliaio di abitazioni dove vivranno circa 3.500 residenti. In totale circa 17 mila persone.
Quali aziende andranno agli Erzelli? Per ora i costruttori danno per certi solo quattro nomi. Il primo è quello della svedese Ericsson, che porterà qui un importante centro di ricerca ed è l´unica ad avere firmato un accordo definitivo. La seconda è la facoltà di Ingegneria, che ha a disposizione 140 milioni di euro per comprare la sua nuova sede e sta ultimando le trattative. Le altre due sono il Cnr genovese e la Esaote di Carlo Castellano (che negli ultimi anni è stato il protagonista dell´intero progetto): ma in entrambi i casi la firma del contratto definitivo è lontana. Altri nomi non sono noti, anche se i costruttori affermano, in modo ufficioso, di avere un elenco di una cinquantina di aziende pronte a salire sulla collina.

A spingere per la realizzazione del progetto, assieme alla Carige (che guida un pool di banche), si è schierato senza esitazioni il presidente della Regione Claudio Burlando. Nessuno si è opposto in modo esplicito ma sia all´interno della facoltà di Ingegneria sia in Comune non mancano voci critiche. Molti temono che quando gli edifici saranno stati ultimati e l´università si dovrà trasferire, gli studenti dovranno convivere per anni con un cantiere a cielo aperto, all´interno di un´area mal collegata alla città. I costruttori assicurano che realizzeranno quattro strade di accesso alla collina, e rivelano di stare progettando – a loro spese, su invito del sindaco Marta Vincenzi – una funicolare che dovrebbe partire dall´area dell´aeroporto e che potrebbe essere finanziata dalla Regione.

Molti, specie all´interno della giunta comunale, sembrano nutrire alcune preoccupazioni aggiuntive. In privato il sindaco si dice contrariata per l´eccessivo numero di residenze costruite sulla collina. E teme, in particolare, che alla fine nel parco confluiranno soprattutto istituzioni scientifiche e aziende genovesi che chiederanno, come merce di scambio, una variazione della destinazione d´uso dell´area oggi occupata (per esempio da industriale a residenziale) per far lievitare i valori immobiliari e pagare così i costi del trasferimento in collina.
I sostenitori del progetto ribattono che il mix creato agli Erzelli dove i ricercatori vivranno a contatto di gomito con decine di aziende hi-tech, creerà comunque un clima fecondo che consentirà alle idee nate dalla ricerca tecnologica di trasformarsi in realtà produttive. È probabile che nei prossimi mesi, mentre i primi edifici (destinati a Ericsson e poi a Ingegneria) prenderanno forma, il braccio di ferro continuerà. La speranza è che serva a migliorare il progetto, non a bloccarlo.

Fonte: genova.repubblica.it

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