Pechino 2008. Infrastrutture da record

Nel momento in cui la fiamma olimpica fa ritorno a “casa”, sul territorio cinese, la Cina è di un passo più vicina alle Olimpiadi di agosto, durante le quali potrà mancare qualche libertà fondamentale ma di certo il contenitore sarà perfettamente tirato a lucido. A tre mesi dai giochi Pechino ha completato, con largo anticipo, la costruzione di tutti i siti olimpici e lavora alacremente agli ultimi ritocchi per presentare una capitale impensabile per qualsiasi altro paese in via di sviluppo.

Lo stadio olimpico, il famoso “nido” come è ribattezzato dai pechinesi, è stato completato alla metà di aprile. Disegnato dagli architetti svizzeri Herzog e De Meuron, il simbolo delle Olimpiadi di Pechino 2008 è stato realizzato in tempi record, appena quattro anni da quando lo studio transalpino ha ricevuto l’approvazione del progetto a fine 2003. Sul gigantesco cantiere hanno lavorato più di 7 mila operai, chiamati ad erigere una struttura di 41 mila tonnellate di acciaio, per la quale la capitale ha speso 450 milioni di dollari. Lo stadio da 91 mila posti è un capolavoro dell’architettura contemporanea che celebra il volto antico e moderno della Cina, con richiami all’architettura tradizionale, scelte prettamente cinesi (come i colori usati, il grigio e il rosso) ma concezione principalmente occidentale.

Prima del “nido”, in ordine di tempo, Pechino aveva presentato al mondo intero il nuovo terminal dell’aeroporto, una delle costruzioni più imponenti del mondo. Esteso quanto due volte il Pentagono, il terminal 3 è la porta attraverso la quale gli stranieri entreranno nella nuova Cina, un simbolo della voglia di modernità e di sviluppo del governo di Pechino. Al costo di 3,8 miliardi di dollari la Cina si è regalata uno scalo capace di gestire un traffico di 50 milioni di passeggeri all’anno, che i costruttori chiamano “l’aeroporto più moderno del mondo”. Ed anche quello dei record: oltre alla taglia, la costruzione è stata completata in quattro anni, due in meno del nuovo sventurato Terminal 5 di Heathrow a Londra, e senza la minima ombra dei problemi di avvio dell’aeroporto inglese.

Per attraversare tutto il solo terminal 3 da un capo all’altro occorrono 5 minuti di metropolitana, costruita all’interno del complesso, mentre Siemens ha espressamente concepito una linea per il trasporto dei bagagli capace di smistare 19.200 pezzi all’ora. Ma, nonostante l’opera porti la firma del noto studio Norman Foster di Londra, anche qui gli elementi cinesi non sono stati risparmiati. I realizzatori hanno ammesso di essersi affidati alla consulenza di uno studio di fengshui per far sì che l’opera risultasse il più possibile aderente alla tradizione cinese, piuttosto che un complesso piovuto dal cielo. Così il terminal 3 è costruito ricordando la forma di un dragone, il tetto come delle squame, con i colori rosso e oro che richiamano l’antico centro del potere, la Città Proibita.

Stadio ed aeroporto, sebbene siano i primi a colpire l’occhio di chi si credeva in un paese in via di sviluppo, non sono le uniche realizzazioni faraoniche della nuova Cina. La sola Pechino ha già visto la costruzione del nuovo Teatro Nazionale, su design dell’architetto francese Paul Andreu, nel cuore della città, dove un intero quartiere della vecchia città tartara è stato interamente raso al suolo per fargli posto. Accanto al “nido” sorge un’altra grande opera all’occhiello del villaggio olimpico, la piscina battezzata “cubo d’acqua”. Una struttura quasi semplice, realizzata con materiali innovativi e decorata con un gioco di luci spettacolari, quest’imponente scatola rettangolare è costata più di 143 milioni di dollari.

Non sarà aperta al pubblico prima delle Olimpiadi ma sarà completata nella sua forma esteriore la spettacolare torre della tv di stato CCTV. Si tratta dell’ultimo monumento all’architettura contemporanea voluto da Pechino, e l’ultimo guizzo di fantasia dell’ennesima grande firma straniera, l’olandese Rem Koohlaas. Il palazzo, la più grande sede di un media al mondo, è pensato in forma di 2 L rovesciate che si congiungono in aria, sulla base di calcoli di gravità difficili da comprendere. Quando sarà finito ed ospiterà i 16 canali delle televisione ufficiale l’investimento totale avrà raggiunto i 700 milioni di dollari.

Ma la Cina non è nuova ai record e, soprattutto, non si esaurisce ai confini della capitale. Se si percorre in lungo e in largo il paese ci si accorge di camminare su un grande libro dei primati. Dalla centrale idroelettrica più grande del mondo, sulla famigerata diga delle Tre Gole, al ponte oceanico più lungo del mondo, inaugurato appena ieri nella baia di Hangzhou. E con un’altra grande scadenza all’orizzonte, il Partito Comunista pensa di dare una nuova veste anche alla moderna Shanghai dove si terrà l’Expo 2010. Qualche giorno fa è stato presentato l’innovativo padiglione italiano, uno dei tanti all’interno dell’area di 5 chilometri quadrati.

Fonte Alice.it

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