Rumore degli impianti negli edifici: come misurarlo

Ad oggi la regolamentazione di tale problematica è affidata alla Legge 447/95 “Legge quadro sull’inquinamento acustico” ed attuata dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 dicembre 1997 “Requisiti acustici passivi degli edifici”.
Questo provvedimento individua negli impianti a funzionamento continuo ed in quelli a funzionamento discontinuo la possibile presenza di sorgenti sonore che possono provocare inquinamento cosi come definito dalla Legge quadro.
Sono definiti impianti a funzionamento continuo gli impianti di riscaldamento, di condizionamento, di ventilazione meccanica, mentre sono definiti impianti a funzionamento discontinuo i servizi igienici, impianti di adduzione acqua sanitaria compresa la rubinetteria, gli impianti di scarico delle acque reflue, gli ascensori.
Non rientrano nelle succitate definizioni altre tipologie di impianti e apparecchi quali:
– le porte e/o sbarre carraie;
– gli elettrodomestici;
– gli impianti di aspirazione centralizzati;
le sirene o comunque gli allarmi in genere.
Per queste due tipologie impiantistiche sono definiti i parametri che ne caratterizzano la rumorosità ed in particolare la rumorosità degli impianti a funzionamento continuo è associata al livello equivalente di pressione sonora ponderato A, mentre la rumorosità degli impianti a funzionamento discontinuo è associata al livello massimo di pressione sonora rilevato con costante di tempo Slow e ponderato con curva A.
Un aiuto ci viene offerto dalla norma UNI EN ISO 16032:2005, della quale ad agosto 2007 è stata pubblicata la versione bilingue, inglese e italiano.
Essa specifica il metodo tecnico progettuale (ingegneristico) per la misurazione del livello di pressione sonora di impianti tecnici in edifici.
La norma si applica a tutte le tipologie di impianti interessate dal decreto stesso e agli elettrodomestici, cancelli e sbarre carraie, ecc., posti in ambienti con volume minore di 300 m3, quindi si escludono gli auditorium, le sale da concerto e mabienti analoghi.
Il metodo consiste essenzialmente nella misura in campo diffuso del livello di pressione sonora per bande di ottava e di terzo di ottava, immesso da un impianto durante uno specifico ciclo di funzionamento.
Per gli impianti a funzionamento continuo il ciclo operativo è intuitivo, consiste cioè nella normale attività dell’impianto.
Per quanto riguarda invece gli impianti a funzionamento discontinuo il ciclo operativo è definito proprio dalla citata norma UNI EN ISO 16032.
Mentre è possibile misurare in opera la rumorosità di un impianto con un buon grado di approssimazione, non si può dire altrettanto per quanto riguarda il calcolo previsionale, ovvero la sua stima in fase di progettazione.
Ad oggi non esiste una procedura di calcolo consolidata, tranne quella riportata nel progetto di norma prEN 12354-5 “Building acoustics – Estimation of acoustics performance of building from the performance of elements – Part. 5 Sounds levels due to service equipment”, datata agosto 2006.
Tale progetto contiene un modello basato su parametri che caratterizzano sia le singole sorgenti sonore costituenti l’impianto che i componenti dell’edificio interessati alla trasmissione di rumore.
Il modello, adatto per valutare i livelli di pressione sonora equivalenti e massimi con varie curve di ponderazione, è applicabile per il calcolo in frequenza in banda o terzi di banda d’ottava.
In dettaglio il progetto di norma affronta la complessità della materia cercando di semplificare gli impianti nelle sorgenti principali che possono trasmettere il rumore attraverso tre modalità: per via aerea attraverso le canalizzazioni, tubazioni, canne fumarie, ecc.; per via aerea attraverso gli elementi costruttivi dell’edificio; per via strutturale attraverso gli elementi costruttivi dell’edificio.

Per ulteriori informazioni
www.uni.com

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