“Liberalizzazioni: a che punto siamo?”

Primo appuntamento istituzionale della kermesse che da 25 anni si ripropone nella tradizionale sede del Quartiere Fieristico, il convegno economico “Liberalizzazioni: a che punto siamo?” si è svolto martedì 2 ottobre presso il Palazzo dei Congressi dopo il consueto taglio del nastro, alla presenza del Sindaco di Bologna Sergio Cofferati. Alla tavola rotonda, introdotta e coordinata dall’editorialista de La Repubblica Giuseppe Turani, hanno preso parte il presidente di Confindustria Luca di Montezemolo, il presidente Ferrovie dello Stato Innocenzo Cipolletta, il presidente di Confindustria Ceramica Alfonso Panzani e Francesco Giavazzi opinionista de Il Corriere della Sera.
Il tema delle liberalizzazioni, al centro del dibattito nazionale italiano, è stato oggetto delle attenzioni dei relatori che si sono confrontati per “fare il punto della situazione” alla luce dei provvedimenti attuati e futuri.
Il Presidente Ferrovie dello Stato Innocenzo Cipolletta ha posto l’attenzione sulle forti resistenze presenti nel nostro Paese: “E’ positivo che questo Governo abbia fatto delle liberalizzazioni la sua bandiera, ma le resistenze a cui assistiamo sono grandi perché l’Italia è il paese delle corporazioni. Purtroppo registro con rammarico che anche l’Europa sta facendo grossi passi indietro.
E l’Italia, che ha bisogno di stimoli esterni per evolversi e competere, se non trova in Europa queste condizioni, corre il rischio di ripiegarsi su se stessa”.
Il primo effetto sulle liberalizzazioni per Cipolletta è indiretto ma importante: “con l’euro stabile la concorrenza diventa un fatto emblematico delle imprese, si compete per la qualità dei prodotti. il Paese tiene il mercato e oggi, malgrado la rivalutazione dell’euro, continuiamo ad esportare. Non dobbiamo accontentarci.
Abbiamo subito una selezione durissima: la stagnazione italiana 2000-05 è stata strutturale e le imprese che non riuscivano a restare sul mercato sono scomparse mentre sono cresciute quelle che riuscivano a sopravvivere, la prova è data dal settore delle piastrelle di ceramica che ha saputo recuperare con la qualità delle produzioni, una selezione forte e qualche aggregazione”. Il bilancio di Cipolletta sulle liberalizzazioni è sostanzialmente positivo: “le banche sono sufficientemente competitive, le assicurazioni vanno in questa direzione, il sistema di servizi professionali si sta adeguando. Ma abbiamo bisogno di un sistema elettorale diverso, questa è la principale mancanza di questo Governo”.
“Il nostro settore da sempre è esposto alla concorrenza internazionale”, ha ricordato il presidente di Confindustria Ceramica Alfonso Panzani.
“Nonostante l’Italia resti il luogo dove potenzialmente sarebbe meno facile produrre piastrelle, in realtà controlliamo il 40% del commercio internazionale in valore, esportiamo ormai da più di 15 anni il 70% del nostro fatturato in 160 paesi diversi del mondo.
Questo significa che da parte dei nostri imprenditori c’è la capacità di superare i problemi, la competizione è per noi una realtà quotidiana, di cultura. Oggi ci siamo riposizionati sulla fascia alta di mercato, l’unica strada percorribile”.
Quello che gli imprenditori chiedono, secondo Panzani, è una vera liberalizzazione: “abbiamo ancora un differenziale con i nostri competitor europei del 20% su energia e metano.
Non sono stati fatti investimenti nelle infrastrutture e sul sistema stradale, il consumo del gas è aumentato, l‘offerta è rimasta corta, i nuovi operatori si sono allineati con tariffe alte, i bilanci di Eni e degli operatori sono cospicui”.
Panzani ha poi ricordato che le principali esigenze sono “uno Stato efficiente, una burocrazia più leggera, un territorio che funzioni”.
Gli aspetti positivi della Finanziaria, secondo Panzani, riguardano la riduzione delle imposte e l’allargamento della base imponibile per le imprese.
Ma il nodo critico riguarda il tema pensioni: “L’età pensionabile attuale va innalzata. Altrimenti lo svantaggio è per le imprese, le università ed il sociale alle quali vengono sottratte risorse. Dal lato della spesa credo che in questa Finanziaria si poteva fare di più, ma le condizioni politiche non lo hanno permesso”.
L’opinionista de Il Corriere della Sera Francesco Giavazzi nel suo intervento ha posto l’attenzione sulla necessità di liberalizzare anche il mercato del lavoro, motore fondamentale dell’economia.
Lo sforzo ulteriore che va fatto, secondo Gavazzi, è quello “spiegare che le liberalizzazioni non interessano solo gli imprenditori, ma fanno bene a tutti i cittadini e rappresentano l’unica via possibile per sbloccare questa economia che attualmente è ferma. Infine, essenziale è “spiegare a chi non lo comprende qual è il vero senso della concorrenza, che in Italia è cambiato il modello di sviluppo.
Quando si è alle spalle del gruppo di testa, la crescita avviene per imitazione e non cìè bisogno della concorrenza. Poi, arrivati alla frontiera della tecnologia, è inevitabile iniziare ad innovare”.
Giavazzi ha infine sottolineato l’elevata pressione fiscale del nostro Paese, “il 43,3% del Pil, la più alta negli ultimi dieci anni. Bisogna rendersi conto che questa va abbassata riducendo la spesa pubblica.
Va ridotto lo spazio della Pubblica Amministrazione, dove il merito non riuscirà mai ad entrare, per lasciare spazio alla società civile. Un esempio? Se chiudessimo 33 province italiane domani, forse sarebbe un passo avanti”.
Ultima questione importante per Giavazzi riguarda l’esigenza di destinare dotazioni e finanziamenti per i sussidi sociali.
Luca di Montezemolo, per l’ultimo anno presente in qualità di presidente di Confindustria, dopo aver sottolineato come il settore tipico delle piastrelle di ceramica rappresenti un esempio tipico di imprenditoria vera, ha posto l’attenzione su tre aspetti diversi ma complementari. “Per quanto riguarda le imprese, c’è stata una grande crescita della produzione industriale, una ripresa selettiva tale per cui le aziende hanno reagito bene.
E’ certo che il mondo dell’impresa ha affrontato concorrenza, globalizzazione e competizione, e questo è un chiaro indice del progresso culturale”.
Montezemolo ha poi invitato a non dimenticare la pressione fiscale elevatissima che grava sulle imprese, così come le tasse indirette con particolare riferimento ai costi di logistica, energia, burocrazia, e ha sottolineato l’urgenza di affrontare una vera riforma dello Stato, condizione essenziale per competere e per risolvere i problemi di questo Paese, come il debito pubblico. Infrastrutture, istruzione, sicurezza, giustizia, burocrazia: sono questi i temi che secondo il presidente di Confindustria vanno messi al centro dell’attenzione. “L’altro grande problema dello Stato è che ha una scarsa capacità di attrazione, in Italia non si viene più ad investire e questo significa che qui è difficile “fare impresa””.
In tema di Finanziaria, ha sottolineato che “con l’intervento in materia fiscale si muove nella giusta direzione, e che la riduzione delle aliquote di Ires e Irap rappresenta un elemento importante anche se avrà un impatto a saldo zero per il complesso del sistema produttivo.
E’ una manovra che ci consente di non aumentare le distanze con i Paesi che hanno già ridotto la pressione fiscale sulle imprese”.
La semplificazione introdotta è utile soprattutto per le Pmi. “Il taglio dell’aliquota di 5,5 punti, che arriva al 27,5%, favorisce investimenti e imprenditorialità. Ancora più importante è la riduzione dell’Irap, per la prima volta scesa sotto il 4%. Questo intervento si aggiunge alla sensibile riduzione Irap che deriva dal taglio del cuneo fiscale e che dal 2008 inizierà a sortire i propri effetti sui conti delle imprese”.
La manovra secondo Montezemolo contiene interventi interessanti anche per le infrastrutture, ma è ancora timida per i tagli alla spesa pubblica: “Per liberare risorse utili alla crescita occorre che la P.A. spenda meno e meglio”.
La strada da percorrere è questa: “innescare il processo virtuoso del meno tasse, meno spese, più investimenti”.
L’incontro si è concluso con la consegna del Confindustria Ceramica Distributor Awards, che ha visto premiati quattro rivenditori europei che più si sono distinti per aver promosso e diffuso nel mondo la cultura della piastrella italiana.
Per la Francia Filippo Fraccalvieri della Filgres Carrelages, per la Svezia Hans Persson della Konradssons Kakel, per la Germania Dieter Stammel della Harry’s Fliesenmarkt e per l’Italia Francesco Barili della C.C.B. Barili.

Report del Convegno inaugurale di Cersaie 2007

Consiglia questa notizia ai tuoi amici

Commenta questa notizia



Categoria notizia

REPORT FIERE

Le ultime notizie sull’argomento