Italia, deficit sotto 3% ma debito non sostenibile

Lo dichiara il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia, nella conferenza stampa al termine del consiglio Ecofin.
“Penso che con le proiezioni attuali – il governo prevede il 2,4% per il deficit 2007 e noi concordiamo – l’Italia possa molto facilmente abbandonare la procedura per deficit eccessivo, ma non possiamo dimenticare l’elevato debito pubblico italiano e il fatto che la finanziaria ogni anno debba destinare il 4,5% del Pil a servizio del debito” spiega.
“Questa non è una posizione sostenibile e l’Italia dovrebbe proseguire l’aggiustamento strutturale dei conti” aggiunge.
Come già ieri sera al termine dell’Eurogruppo, Almunia torna poi a mettere in luce l’insufficiente correzione del disavanzo perfigurata dalla manovra per il prossimo anno.
“La Finanziaria per il 2008… include soltanto un aggiustamento strutturale di 0,2 punti [di Pil], che è ben al di sotto del livello di riferimento di 0,5 punti fissato dal patto di stabilità.
E’ ben al di sotto dell’orientamento fornito all’Italia dall’Eurogruppo e ben al di sotto dell’aggiustamento strutturale necessario per raggiungere l’obiettivo di medio termine (pareggio di bilancio) entro il 2010 al massimo” ribadisce.
Il commissario si sofferma poi sulle difficoltà nell’implementazione del cosiddetto “braccio preventivo” del trattato Ue, vale a dire il raggiungimento degli obiettivi di medio termine sfruttando le fasi favorevoli del ciclo senza la tentazione di spendere tle entrate inattese.
“Il consenso è debole in alcuni paesi… in questo momento considero estremamente importante rafforzare questo consenso.
So che talvolta è difficile dal punto di vista politico, quando le entrate sono più alte, dire che dobbiamo risanare i conti” spiega
“Dobbiamo però affrontare queste sfide se vogliamo essere uomini politici responsabili” conclude.
In attesa delle previsioni d’autunno in agenda per il mese prossimo, le ultime stime Ue sul deficit italiano risalgono a maggio e proiettano 2,1% per quest’anno e 2,2% per il prossimo.

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