Gli Italiani e il Design

Quasi la metà degli italiani dai 18 anni in su (23.9 milioni) richiede per l’arredamento della propria casa un adeguato contenuto di design.
Solo il 31% degli italiani sono soddisfatti del design delle loro abitazioni, circa 7 adulti su 10, ovvero 9.2 milioni di connazionali, risultano invece totalmente scontenti.
Forti opportunità di mercato per le imprese presenti al Cersaie
Malgrado la prolungata stagnazione dei consumi e il parziale regresso della classe media, esplode il boom di massa del favore collettivo per il design applicato a tutto quel che riguarda l’abitazione e, in particolare, all’arredo per il bagno, complice anche una maggiore attenzione al corpo e, più in generale, la ricerca di wellness.
L’indagine demoscopica presentata al Cersaie 2007 dal titolo: “la democratizzazione del design: il nuovo buon gusto di massa” svolta da Astra Ricerche per conto di TDA srl e Cima Arredobagno spa, mostra infatti che la domanda di design è propria della metà della popolazione italiana adulta (23.9 milioni su 48.5 di ultra 17enni).
I segmenti più coinvolti sono quelli dei 18 – 44enni, le donne, i diplomati e laureati, gli accedenti ad internet, i lettori di quotidiani, di mensili e di libri, coloro che vanno al cinema e viaggiano all’estero, i residenti nelle città con oltre 30 mila abitanti (con la ricca provincia che batte, seppur di poco, le metropoli), coloro che vivono nel nord ovest, nelle regioni “rosse”, nelle aree urbane del Sud.
“Questo straordinario favore per il design coincide inoltre con la sintesi concreta di estetica e funzione” sottolinea il Prof. Finzi di Astra Ricerche.”
L’aumentata domanda di “bello” e di “ben fatto” è una delle espressioni della nuova cultura di massa che ha “sfondato” nell’ultimo decennio il muro della classe media allargata, conquistandola con forza: design non solo considerato come forma ma forma e contenuto, stile e tecnologia con, possibilmente, un’originalità distintiva sobria ed essenziali.
Tutto ciò deriva anche dal diffondersi della tecnologia nella vita quotidiana degli italiani (portatili e cellulari) che ha educato moltissime persone a convivere con oggetti vivi e utili con un alto contenuto di design evolutivo”.
E il bagno? 6 milioni di italiani amerebbero disporre di una vasca da bagno, più di 10 milioni di una cabina doccia funzionale, di design, esteticamente piacevole ed arredante, 16.3 milioni di un idromassaggio.
Il tutto in spazi non troppo ristretti, luminosi, allegri, adatti all’auto-coccolamento.
Ad oggi il bagno, dopo la cucina, è il luogo dove gli italiani spendono di più per l’arredo.
E sempre ad oggi, 1.6 milioni di italiani non ne ha ancora uno e un adulto su tre soffre di limitazioni nell’accesso all’acqua calda e fredda, circa un terzo lo vorrebbe ben aerato, meno angusto e più luminoso, il 38% con sanitari più efficienti.
Sono dunque tre i dati-chiave che emergono dalla ricerca promossa dalle due aziende bresciane TDA e Cima: il boom della domanda collettiva di design (quasi raddoppiata dal 1998 al 2007), l’insufficienza della dotazione in merito (adeguata solo per il 40% dei desideranti), le forti opportunità di mercato per tutte quelle imprese che saranno in grado di colmare, a prezzi sostenibili, il forte divario tra le aspettative collettive e la realtà attuale.
“In effetti sono ben 9.2 milioni i nostri connazionali che lamentano un netto deficit della propria casa sul terreno del design” sottolinea Piero Domeneghini, 42 anni, AD di TDA e Cima “e come industriale del settore bagno, propongo al mondo industriale a me simile o assimilabile, un “principio di aggregazione” per la nascita di un distretto, di una filiera del settore.
Occorre trasformare questa gigantesca domanda collettiva in realtà sostenibile, non discriminatoria, rompendo la storica identificazione tra design e lusso per pochi”.

Ricerca su “la democratizzazione del design, il nuovo buon gusto di massa” – Cersaie 2007

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