Italia quarta in UE per produzione di elettricità da fonti rinnovabili

La domanda energetica dell’Europa fra il 1997 e il 2005 è salita di 117 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep), crescita coperta per oltre 20 Mtep da fonti energetiche rinnovabili (FER). La dipendenza da importazioni energetiche dall’estero, in particolare di gas dalla Russia, è salita a oltre il 50%, mentre diventa più difficile il raggiungimento dell’obiettivo di Kyoto di riduzione delle emissioni dell’8% nel 2010 rispetto al 1990. In questo contesto, lo scorso marzo, il Consiglio europeo ha deciso di rafforzare la strategia per lo sfruttamento delle FER, fissando, per la prima volta come vincolante, l’obiettivo del 20% nel 2020 del loro contributo sul totale dei consumi energetici.
È un obiettivo ambizioso, in particolare se si tiene conto che già nel 1997 fu indicata come raggiungibile una quota del 12% nel 2010, partendo allora dal 6%, mentre oggi non supera l’8%.
In questo contesto, anche in Italia è forte l’interesse per il tema, in particolare lo sviluppo delle nuove modalità di generazione dell’energia elettrica. Il Gestore dei Servizi Elettrici, nel suo ruolo di promotore della diffusione delle fonti rinnovabili, ha ritenuto utile affidare a NE – Nomisma Energia lo studio “Le fonti rinnovabili per l’energia elettrica in Europa”, presentato oggi nel corso di un convegno da Davide Tabarelli, Presidente NE-Nomisma Energia, da Carlo Andrea Bollino, Presidente GSE e da Nando Pasquali, Amministratore Delegato GSE.
L’UE-25 vanta un primato mondiale nella valorizzazione delle FER, con una produzione elettrica da quelle nuove, in particolare da eolico, che è al primo posto in assoluto. E’ la Germania il Paese leader nelle nuove FER. Nessun altro Paese ha fatto altrettanto e la sua esperienza è stata ripetuta solo in parte da Danimarca e Spagna. Il modello tedesco è quello di riferimento, tuttavia occorre
ricordare che la Germania può garantire, in maniera molto efficiente, diffusi e generosi incentivi, grazie anche al fatto che la sua produzione elettrica dipende per oltre il 75% da carbone e da nucleare, con costi complessivi di generazione relativamente contenuti. Lo studio evidenzia che l’aspetto economico, legato agli alti costi delle FER, non è oggi l’ostacolo principale.
Gli incentivi, stimati nell’UE-25 in 10 miliardi di euro nel 2005, sono sempre abbondanti, con un’incidenza sui prezzi finali al consumo dell’ordine del 4%, valore che sembra facilmente sostenibile da parte dei consumatori finali. Va sottolineato che i prezzi dell’elettricità al consumo in Europa dal 2004 al 2006 hanno segnato un aumento di circa il 15%, sia per effetto dei maggiori costi dei combustibili, sia per un’accresciuta redditività delle società elettriche che ha raggiunto un massimo storico nel 2006.
L’Italia è il quarto produttore di elettricità da FER nell’UE-25, con 52 TWh nel 2006, anche se ancora lontano dagli obiettivi annunciati: attualmente la quota è circa 2 il 15% del totale, lo stesso valore del 1997, contro un obiettivo del 22% al 2010. Le potenzialità dell’Italia non sono sfruttate soprattutto per i ritardi autorizzativi e per i
problemi delle reti. Al contrario, il sistema degli incentivi è particolarmente generoso: il prezzo dei certificati verdi ha raggiunto i 125,28 €/MWh nel 2006, valore a cui va sommato il prezzo di cessione dell’energia elettrica sul mercato, dove i prezzi sono anche qui molto alti, superiori a 70 €/MW. Ne risulta un’incentivazione
prossima ai 200 €/MWh, valore di gran lunga superiore rispetto a quello prevalente nel resto d’Europa, anche tenendo conto della diversa durata dell’incentivo. Alta
redditività degli investimenti e difficoltà autorizzative hanno condotto alla creazione di un mercato parallelo dei progetti. Ad esempio per impianti nell’eolico, il prezzo di
un’autorizzazione supera recentemente i 500.000 € per MW, a cui occorre poi sommare i costi di investimento dell’impianto di circa 1 milione di € per MW. Alti
incentivi e le conseguenti distorsioni impongono una revisione del sistema.
La nuova strategia comunitaria imporrà anche all’Italia un rinnovato impegno sulle FER e porterà a fissare obiettivi che necessariamente saranno ambiziosi.

Per scaricare il rapporto completo
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Per ulteriori informazioni
www.gsel.it
www.nomismaenergia.it

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