Fuksas in mostra al Maxxi

“L’architettura è l’arte della critica, non del consenso”. Col suo consueto carisma e con ferma pacatezza, Massimiliano Fuksas – affiancato dal Ministro per i Beni Culturali Francesco Rutelli – ha dichiarato così l’impegno etico che è alla base del suo lavoro, durante la presentazione alla stampa della mostra che al famoso architetto italiano di origine lituana dedica da oggi e fino al 28 febbraio il MAXXI-Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, a Roma. L’esposizione, curata dallo stesso Fuksas insieme a Doriana O. Mandrelli e ottimamente allestita grazie ad una spettacolare chiarezza d’intenti, è intitolata “M e D Fuksas – un sessantesimo di secondo”. L’obiettivo della rassegna è infatti quello di rendere omaggio alla velocità dell’idea da cui parte ogni progetto di Fuksas, a quel flusso di idee che è energia mentale allo stato puro e che arriva imprevedibilmente, appunto in un sessantesimo di secondo.
Naturalmente è sempre difficile presentare il lavoro di un architetto, che agisce su scala monumentale ed urbanistica, attraverso una mostra di schizzi, maquette e modelli, oltre che fotografie e video.
Ma tutti i lavori di Fuksas messi insieme nei due grandi saloni del MAXXI danno quasi vita a due città della creatività, fatte di edifici molto diversi l’uno dall’altro e tutti stimolanti.
Ne emerge la fluidità quasi inafferrabile dei suoi spazi architettonici, che rifuggono da una forma predefinita e geometrica per prendere invece come punto di riferimento la vitalità dinamica dei fenomeni naturali.
Lo stesso Fuksas ammette infatti che i paesaggi del National Geographic lo ispirano costantemente più di qualsiasi testo sull’architettura.
E l’inseguimento della natura viene realizzato dal grande architetto attraverso una continua ricerca sui materiali e sulle nuove tecniche costruttive.
Tra i tanti progetti spicca senza dubbio per forza inventiva e audacia progettuale quello per il Centro Congressi Italia all’Eur, con l’ormai famosissima “nuvola” che Fuksas ha immaginato davanti al mare e guardando il cielo per creare una forma inafferrabile.
La “nuvola” sarà fatta di acciaio e teflon e sarà retta da una fitta maglia di nervature d’acciaio restando sospesa fra il pavimento e il soffitto della grande hall dei convegni.
Nel nostro paese questo grande progetto (si parla di una spesa complessiva di 250 milioni di euro) fa seguito ad altri interventi importanti come il Nuovo Polo Fiera di Milano, il Centro Ricerche Ferrari a Maranello o il Centro Ricerche Grappa Nardini a Bassano del Grappa ma è bene ricordare che per molti anni Fuksas è stato completamente trascurato in Italia ottenendo invece molte committenze all’estero (dalle “Twin Towers” a Vienna agli “Archives Nationales” a Parigi, dall’Euromed Center di Marsiglia allo Zenith di Strasburgo).
E infatti l’architetto ha notato che “è quasi impossibile avere il giusto riconoscimento nel luogo in cui si è nati”.
Al centro dello spazio espositivo c’è un luogo quasi irreale, una sorta di capsula high-tech, dove viene proiettato un video che racconta tutte le architetture di Fuksas.
Per capire bene l’improvvisa scintilla da cui nasce ogni suo progetto è poi utile guardare attentamente i rapidissimi schizzi che fermano la prima idea, che verrà sviluppata successivamente.
E l’obiettivo che si pone Fuksas con i suoi progetti è molto semplice ma di non facile realizzazione: “La cosa che più mi emoziona – dice Fuksas – è sentirmi dire che la gente si sente bene nelle mie architetture”.

Fonte ilGiorno.it

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