The Digital Mile

Dopo gli incontri con i grandi protagonisti dell’architettura contemporanea Norman Foster, Yona Friedman, Bernard Tschumi, Peter Eisenman, Thom Mayne e Greg Lynn, il nuovo appuntamento della stagione 2006 dell’Osservatorio sull’Architettura della Fondazione Targetti – in programma per il 10 ottobre a Villa La Sfacciata – sarà dedicato alle più innovative soluzioni ideate nel campo dell’uso dei media digitali nello spazio pubblico dal gruppo di ricerca del MIT City Design e Development, Department of Urban Studies and Planning, in cooperazione con il Media Lab.
Lavorando su alcune città europee e asiatiche, il MIT ha sviluppato una serie di progetti (ora in via di realizzazione) che incorporano i media digitali in tutti gli aspetti quotidiani dello spazio pubblico con l’obiettivo di creare luoghi che rispondano alle esigenze dei loro frequentatori, che cambino per accogliere attività diverse, che raccontino storie, che diano informazioni e servizi e che diventino, auspicabilmente, più densi di significato per le persone che ci vivono e lavorano.
Il Professor Frenchman, direttore del gruppo di ricerca City Design e Development, affronterà il tema presentando il progetto recentemente sviluppato dal gruppo per la città di Saragozza: The Digital Mile (Il Miglio Digitale), attualmente esposto alla 10. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia.
Il presupposto su cui si basa il progetto è che lo spazio digitale è di gran lunga più sensibile ai bisogni dell’utilizzatore rispetto allo spazio fisico tradizionale: incorporando capacità digitali in elementi urbani comuni – facciate degli edifici, illuminazione, tavoli, tende, ombrelloni, decorazioni, arredi, fontane – la qualità e il contenuto visivo e fisico di uno spazio può cambiare nell’arco della giornata, della stagione o a seconda dell’attività che vi si svolge.
Ad esempio, lo stesso spazio in cui di pomeriggio si gioca a calcio o si passeggia, la sera può essere trasformato in un teatro all’aperto con luce dinamica, schermi video e suoni.
Dare la possibilità agli utilizzatori di influenzare, addirittura di plasmare, questi cambiamenti, crea un ambiente più dinamico, partecipativo e “pubblico”.
Gli elementi urbani comuni sono ripensati per trarre vantaggio da queste capacità di valorizzare l’uso e l’esperienza dello spazio pubblico: i sistemi di illuminazione sono disegnati in modo da essere in grado di modificare il loro funzionamento in base ai diversi momenti del giorno o al numero di utilizzatori presenti, provvedendo un’illuminazione generale quando ci sono molte persone, una luce più intima per i frequentatori dei caffè o una luce colorata in occasioni speciali.
I caffè all’aperto sono disegnati per permettere ai frequentatori di vedere un menu su una superficie elettronica, consultare recensioni sui piatti, pianificare un giro della città o accedere a messaggi personali prima che il cibo sia servito.
E le facciate degli edifici sono disegnate in modo da cambiare colore e contenuto in risposta alle attività che accadono nei dintorni.
Tutto questo sarà facilitato nel prossimo futuro dall’avvento di dispositivi di identificazione di frequenze radio (RFDI) che comunicheranno all’ambiente informazioni sui loro frequentatori ed i loro desideri.
Il Professor Frenchman illustrerà alcuni degli hardware e dei software che sono stati immaginati al MIT per trarre vantaggio da queste possibilità.

Per ulteriori informazioni
www.targetti.com

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