Edilizia crescita zero

Secondo il Cresme il mercato italiano delle costruzioni è entrato in fase di stagnazione: dopo la debole flessione registrata nel 2005 (-0,2%), gli investimenti sono destinati a restare ancorati allo zero sia quest’anno (un +0,3%) che nel prossimo (0%).
E a partire dal 2008 lo scenario prospettato è di decisa riduzione.
Dei quattro motori che alimentano le costruzioni solo la nuova produzione residenziale continua a tenere, toccando il suo picco massimo proprio nel 2006, con una crescita a valori costanti del 4,6%. Tutti gli altri motori, con l’eccezione della manutenzione residenziale in leggerissima ripresa (+0,3%), mostrano dinamiche negative: le opere del genio civile flettono dell’ 1,1%, l’edilizia non residenziale pubblica del 5,5%; l’edilizia non residenziale privata del 3,9%.
L’inversione del ciclo è strettamente collegata alle difficoltà del settore pubblico, che era stato protagonista fino al 2004, registrando un andamento crescente e sostenendo, insieme al mercato privato dell’edilizia abitativa, l’intero settore.
A partire dall’anno 2000 fino al 2004 le opere del genio civile hanno visto aumentare gli investimenti a valori costanti del 30% così come l’edilizia pubblica con percentuali superiori per il periodo anche a quelle della nuova edilizia residenziale privata.
Nel 2005, poi però, il calo di oltre 5 punti percentuali ha finito per risultare decisivo per l’intero settore delle costruzioni, dove, dei quattro motori, si erano già spenti nel 2001 il rinnovo e nel 2003 l’edilizia non residenziale privata. E la frenata risulta confermata nel 2006 e nel 2007 seppure con contrazioni assai più contenute (-1% e -1,2%).
Occupazione: -47 mila. Sotto la spinta del lungo ciclo espansivo avviatosi nel 1998 l’occupazione nel settore delle costruzioni ha toccato il suo picco di massima crescita nel secondo trimestre del 2005 con 1.944.000 occupati.
Nella seconda parte del 2005 e nei primi mesi del 2006 le cose cambiano: in un anno, le costruzioni perdono 4700 occupati, scendendo a 1.897.000 addetti.
Il calo occupazionale registrato nella prima metà dell’anno in corso, seppur rappresenti un dato ancora parziale se collocato nell’ambito della serie storica, è interpretabile come un indicatore della conclusione del lungo ciclo espansivo del settore costruzioni.
Opere pubbliche. Nel 2005 gli investimenti in opere pubbliche, dopo un decennio di continua crescita, registrano una indicativa frenata: -1,4% a prezzi correnti che diventa un -5,1% a prezzi costanti. Questo risultato ha smentito le attese di forte espansione del mercato delle opere pubbliche, nel clima euforico per i primi effetti della Legge Obiettivo che ha determinato gli ottimi risultati del 2004, sia sul fronte degli investimenti (+11,5% rispetto al 2003 a prezzi correnti) che del mercato delle gare (+14,5%).
La percezione che qualcosa stava cambiando si è avvertita a partire dal secondo trimestre del 2005 quando i bandi di gara hanno iniziato ad evidenziare una sensibile inversione di tendenza che ha portato ad una riduzione della spesa di 9 miliardi (-15%) in 18 mesi: si è passati dai 58 miliardi di euro di valore delle opere mandate in gara tra ottobre 2003 e marzo 2005 ai 49 miliardi tra aprile 2005 e settembre 2006, con un ridimensionamento del valore medio mensile messo in gara da 3,2 miliardi a 2,7.
Edilizia residenziale. 331mila è il numero di abitazioni realizzato nel 2006 che, nelle previsioni salirà a 334 mila nel 2007. Nel 2005 ci si era fermati a quota 304 mila (278 mila nel 2004). Dall’inizio del ciclo residenziale (1999) al 2006, gli edifici mono e bifamiliari hanno registrato una variazione media annua pari all’1,7%; Sempre dal ’99 al 2006, la crescita media annua delle tipologie plurifamiliari nel complesso si è attestata all’11,7%.
Edilizia non residenziale. L’edilizia non residenziale dopo il picco del 2002 continua la sua frenata e nel 2006 registra una flessione in termini di volumi ultimati del 7,7%, passando 146,1 milioni m3 a 135.
La flessione è particolarmente evidente nel comparto industriale dove si scende da 86 milioni di m3 a 78 milioni.

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