L’Italia cresce meno degli altri Paesi

Se le condizioni rimarranno immutate nei prossimi mesi, sottolineato i tecnici dell’istituto di statistica, il 2006 si chiuderà con un Pil a +1,4% (cosiddetta crescita acquisita).
Un dato che seppur positivo, è inferiore sia al +1,7% stimato dall’Ocse, che al +1,5% stimato dalla Bce.
E la crescita dell’Italia è anche inferiore a quella degli altri paesi industrializzati.
A fronte del nostro +0,5%, il Pil è aumentato in termini congiunturali dell’1,1% in Francia, dello 0,9% in Germania, dello 0,8% nel Regno Unito e dello 0,7% negli Stati Uniti. Una crescita più bassa è segnata solo dal Giappone (+0,2%).
Su base annua, rispetto al nostro +1,4%, si è registrata una crescita del 3,6% negli Stati Uniti, del 2,6% nel Regno Unito e in Francia, del 2,4% in Germania e del 2,2% in Giappone.
Nel complesso i paesi dell’area dell’euro sono cresciuti dello 0,9% rispetto al primo trimestre del 2006 e del 2,6% rispetto al secondo trimestre del 2005.
Tornando ai dati italiani, l’Istat rileva andamenti congiunturali positivi del valore aggiunto per il settore del credito, assicurazioni, attività immobiliari e servizi professionali (+1,4%), per gli altri servizi (+0,6%), per le costruzioni (+0,3%) e per il settore che raggruppa le attività del commercio, alberghi e pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni (+0,2%).
L’industria in senso stretto e’ rimasta stazionaria, mentre il settore agricolo ha manifestato una flessione dello 0,4%.
In termini tendenziali, il valore aggiunto dei servizi è cresciuto del 2%, quello dell’industria dello 0,6% e quello delle costruzioni dello 0,5%. Sempre in flessione l’agricoltura che segna un calo del 2,3%.

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