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A meno di 1 km dal piccolo paese di Custoza, paese immerso nel verde delle colline moreniche del Garda, si trova l’antica Azienda Agricola Gorgo: una grande casa colonica con annessi alcuni edifici e una raffinata cantina di vinificazione gestita, in prima persona, dal titolare Roberto Bricolo. 35 ettari di colline e terrazzi coltivati a vigneti che si estendono nella zona di produzione del “Bianco di Custoza” e del “Bardolino”. L’ubicazione della cantina Gorgo segna l’inizio di una antica forma urbis, contraddistinta da una sorta di continuità dei Castelli Scaligeri, che si sviluppava da Valeggio ai limiti del confine vicentino. Le tonalità, i riverberi dei colori delle stagioni e dei materiali costruttivi, che marcano in modo significativo questa estesa area, sono stati volutamente studiati e ripresi nei lavori di ristrutturazione della cantina Gorgo. L’espressione figurativa del piano di recupero, infatti, intesa sia come attenta selezione di materiali legati al territorio sia come naturalezza e colori degli stessi, ha voluto mantenere un continuum di particolarità con il territorio circostante. A testimoniare questa precisa scelta, l’impiego di materiali lapidei, forniti dalla storica azienda vicentina Grassi 1880 Spa, il cui carattere è l’espressione ricercata da questo legame. La parte di rappresentanza dell’edificio riservata all’accoglienza degli ospiti vede protagonista l’uso del Giallo Dorato in blocchi, collocati a secco, di ragguardevoli dimensioni: 200x100x60 cm con un peso di circa 3 tonnellate ciascuno. La particolarità del cantiere è determinata proprio dalle grandi dimensioni dei blocchi impiegati e dal fatto che gli stessi sono state appositamente lasciati al grezzo per enfatizzare il materiale nella sua purezza. Un’operazione questa, di non semplice esecuzione, che ha richiesto, da parte dell’azienda fornitrice Grassi 1880 Spa, uno stretto rapporto di collaborazione con l’architetto Filippo Bricolo e numerosi interventi specialistici di officina. Per garantire una regolarità compositiva e strutturale, il primo e più importante fra tutti è stato, oltre alla scelta di materiali di prima qualità, l’utilizzo di una macchina con elevate capacità tecnologiche, denominata a controllo numerico, che effettua il cosiddetto taglio a sega della pietra mediante l’utilizzo di un filo diamantato controllato da un sistema computerizzato. Il risultato ottenuto e montato in cantiere, nell’ottica di rivisitare in chiave moderna tecniche e materiali dell’esperienza passata, mantiene inalterate le caratteristiche del materiale lapideo e, grazie alle elaborazioni ottenute, ne garantisce una qualità ed una estetica conformi alle aspettative progettuali iniziali. Per ulteriori informazioni www.grassigroup.com Consiglia questo comunicato ai tuoi amici