Nuovo rincaro dei costi di costruzione

Il rialzo rilevato nel trimestre precedente era stato del 4,2 per cento.
Al rallentamento dei ritmi di crescita del caro cantieri hanno contribuito soprattutto gli aumenti più contenuti dei costi relativi alla manodopera e ai noleggi delle attrezzature.
Ma in ogni caso, come dimostra lo studio Istat diffuso nella scorsa settimana, i prezzi hanno continuato a salire.
E in alcuni casi un po’ a sorpresa.
Il boom del caro-acciaio, che fino a qualche mese fa sembrava indirizzato sulla via del riassorbimento, ha mostrato qualche nuovo segnale di tensione dei prezzi. L’indice Istat che misura i costi che le imprese pagano per i metalli, partito da una base 100 nel 2000 e dopo un picco di 160 punti, era sceso a quota 145,3 a giugno 2005.
A settembre è risalito fino a quota 155,5, facendo segnare un aumento del 4,9% rispetto alla media del trimestre precedente e dello 0,3% rispetto a un anno prima.
Qualche esempio concreto del rimbalzo dei costi dell’acciaio impiegato nelle costruzioni viene dal bollettino quindicinale diramato dalla Camera di commercio di Brescia.
Nella rilevazione, effettuata a ottobre 2005, periodo cui si riferisce il rapporto dell’Istat, il tondo per cemento armato, uno dei materiali più impiegati dai costruttori, è stata attribuita una quotazione di 230 euro per tonnellata.
Nel secondo trimestre 2005 si viaggiava intorno ai 190 euro.
Tra i materiali i rincari più decisi sono attribuiti a laterizi (+5,1% in un anno), e ai leganti (4,7,% nel confronto tra terzo trimestre 2004 e 2005).
Per la manodopera le imprese pagano mediamente il 4,4% in più, che nel 2004.
L’aumento del costo dei noleggi si mostra in linea con l’inflazione (+2,5%), mentre i trasporti costano il 3,5% in più che 12 mesi prima.
L’indice rilevato dall’Istituto nazionale di statistica misura le variazioni di prezzo dei costi direttamente attribuibili al costo di realizzazione dell’opera.
Vengono pertanto esclusi il costo del suolo, le spese per la progettazione e i margini di profitto.
Il fabbricato residenziale tipo preso in esame è un edificio di quattro piani con 24 abitazioni, parte delle quali dotate di doppi servizi, con cantine e box.
La superficie media per ogni unità abitativa è di 88 metri quadrati, mentre quella non residenziale è di circa 50 mq.
La distribuzione di dati per i capoluoghi di regione dimostra che è Genova la città più cara per i costruttori.
I costi di costruzione nella città ligure sono infatti cresciuti del 30,5% rispetto al 2000.
Sul fronte opposto spicca L’Aquila dove l’aumento registrato negli ultimi cinque anni non è andato di poco oltre il 13 per cento.
Prezzi freddi anche a Catanzaro, Bologna, Torino e Bolzano.

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