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E’ al via l’operazione per il recupero della tradizione architettonica rurale per la quale sono stati stanziati 8 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003-2004-2005, erogati dalle Regioni. I fondi sono messi a disposizione per la salvaguardia e la riqualificazione degli insediamenti agricoli, edifici o fabbricati rurali presenti sul territorio nazionale e realizzati tra il XIII e il XIX secolo. Per accedere al Fondo Nazionale per la tutela rurale, occorre definire gli interventi necessari per la conservazione degli elementi tradizionali e delle caratteristiche storiche, architettoniche e ambientali di questi insediamenti per assicurarne il risanamento conservativo e il recupero funzionale, in linea con le esigenze di ristrutturazione tecnologica delle aziende agricole e coerenti con i principi dell’architettura bioecologica. I programmi per il recupero delle costruzioni rurali, redatti su criteri e direttive stabilite dalla legge, dovranno inoltre prevedere incentivi volti alla conservazione dell’originaria destinazione d’uso degli insediamenti, degli edifici o dei fabbricati rurali, alla tutela delle aree circostanti, dei tipi e metodi di coltivazione tradizionali e all’insediamento di attività compatibili con le tradizioni culturali tipiche. L’approvazione dei programmi è condizione necessaria per accedere al riparto delle risorse. La concessione dei contributi è comunque subordinata alla stipula di un’apposita convenzione che prevede, tra l’altro, la non trasferibilità degli immobili per almeno un decennio e la possibilità di revoca dei contributi per il mancato inizio dei lavori entro sei mesi dalla data del rilascio delle apposite autorizzazioni o a causa di lavori eseguiti in difformità rispetto ai progetti approvati. La legge autorizza infine, per l’attuazione dei programmi, anche il ricorso a proventi di sponsorizzazioni, lasciti ed erogazioni liberali. I contributi del Fondo però non sono cumulabili con altri contributi pubblici. 1234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890 123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890 1234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890 ì E’ al via l’operazione per il recupero della tradizione architettonica rurale per la quale sono stati stanziati 8 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003-2004-2005, erogati dalle Regioni. I fondi sono messi a disposizione per la salvaguardia e la riqualificazione degli insediamenti agricoli, edifici o fabbricati rurali presenti sul territorio nazionale e realizzati tra il XIII e il XIX secolo. Per accedere al Fondo Nazionale per la tutela rurale, occorre definire gli interventi necessari per la conservazione degli elementi tradizionali e delle caratteristiche storiche, architettoniche e ambientali di questi insediamenti per assicurarne il risanamento conservativo e il recupero funzionale, in linea con le esigenze di ristrutturazione tecnologica delle aziende agricole e coerenti con i principi dell’architettura bioecologica. I programmi per il recupero delle costruzioni rurali, redatti su criteri e direttive stabilite dalla legge, dovranno inoltre prevedere incentivi volti alla conservazione dell’originaria destinazione d’uso degli insediamenti, degli edifici o dei fabbricati rurali, alla tutela delle aree circostanti, dei tipi e metodi di coltivazione tradizionali e all’insediamento di attività compatibili con le tradizioni culturali tipiche. L’approvazione dei programmi è condizione necessaria per accedere al riparto delle risorse. La concessione dei contributi è comunque subordinata alla stipula di un’apposita convenzione che prevede, tra l’altro, la non trasferibilità degli immobili per almeno un decennio e la possibilità di revoca dei contributi per il mancato inizio dei lavori entro sei mesi dalla data del rilascio delle apposite autorizzazioni o a causa di lavori eseguiti in difformità rispetto ai progetti approvati. La legge autorizza infine, per l’attuazione dei programmi, anche il ricorso a proventi di sponsorizzazioni, lasciti ed erogazioni liberali. I contributi del Fondo però non sono cumulabili con altri contributi pubblici. 1234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890 123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890 1234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890 ì à ì ò ù Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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