L’ANCE contro i maxibandi che alterano il mercato

I costruttori dell’Ance all’attacco dei maxibandi a misura di general contractor e dei lavori “in house”, cioè eseguiti in proprio dalle ex municipalizzate oppure affidati, senza gara, ai propri soci privati. In tutti e due i casi, denunciano i costruttori, vengono violate le regole della concorrenza. Il primo “colpo” è per Grandi Stazioni, la spa mista Fs-privati per riqualificare i tredici maggiori scali ferroviari. L’Ance tramite suoi legali ha già di presentato un ricorso al Tar Lazio contro il maxiappalto da 557 milioni di euro bandito il giugno scorso, la prima udienza si terrà il 25 settembre. Una decisione che si inquadra in una controffensiva legale senza precedenti per l’Ance, volta a contrastare la “distorsione e il restringimento della concorrenza nel mercato delle opere pubbliche”. “Il gigantismo degli appalti e l’elusione delle regole della concorrenza da parte delle ex municipalizzate e delle spa miste pubblico-private – denuncia De Albertis, presidente Ance – stanno sottraendo al mercato quote sempre crescenti”. Con una raffica di ricorsi legali e denunce a vari livelli – dai Tar al Capo dello Stato, dalla Commissione europea alle Autorità per la concorrenza e sugli appalti pubblici – l’Ance intende aggredire le “metastasi che invadono l’intero sistema appaltistico”.
Nel mirino anche l’Arcea Lazio, una spa mista fra Regione (51%) e privati che, riferisce De Albertis,” ha scelto un socio di minoranza al quale affidare, progettazione, esecuzione, manutenzione e gestione della rete autostradale fino al 2050″. “Condividiamo le preoccupazioni del Presidente dell’Ance sul fenomeno dei lavori “in house” – fa sapere Maurizio Lupi, responsabile lavori pubblici di Forza Italia – tanto che nel Dpef governo e maggioranza si stanno impegnando per farlo rientrare entro normali dimensioni”.

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