11° Indagine Statistica Nazionale sull’industria italiana delle macchine e attrezzature per ceramica

* Associazione Costruttori Italiani Macchine Attrezzature per Ceramica

Alla vigilia dell’Assemblea Annuale di ACIMAC, che si svolgerà nel pomeriggio di venerdì 6 giugno, presso il Castello di Spezzano (Modena), il Presidente Franco Stefani ha presentato alla stampa i dati relativi all’andamento dell’industria italiana produttrice di macchine per ceramica nell’anno 2002, emersi dalla 11a Indagine Statistica Nazionale Annuale.

LE IMPRESE
Le imprese italiane fornitrici di macchine per ceramica nel 2002 sono risultate 173 (6 in meno rispetto al 2001), saldo tra chiusure, creazione di nuove imprese e consorzi, fusioni e incorporazioni; in parte tale diminuzione è frutto dello spostamento di alcune aziende verso un’attività prevalente di subfornitura o di fornitura a settori estranei alla ceramica, fenomeno frequente nei periodi di rallentamento della domanda proveniente dal comparto ceramico.

IL VOLUME D’AFFARI
Relativamente ai volumi di fatturato, l’indagine statistica conferma le previsioni negative anticipate già nel dicembre 2002, sebbene con una contrazione inferiore rispetto alle attese di sei mesi fa: il 2002 si è chiuso per il settore con un volume d’affari complessivo pari a 1.452,5 milioni di euro (-4,6% sul 2001) con una perdita in valori assoluti di 70,5 milioni di euro.

Le vendite di macchine sul mercato italiano hanno di fatto tenuto i livelli del 2001, scendendo da 489,8 a 484 milioni di euro (-1,2%, pari a 5,8 milioni di euro).

Al contrario, le esportazioni hanno registrato un netto decremento (il primo dopo tre anni di crescita ininterrotta), passando da 1.033,2 a 968,5 milioni di euro (-6,3%, pari a 64,7 milioni di euro). Rimane comunque stabile sul 66,7% l’incidenza dell’export sul fatturato totale del comparto.

I SETTORI CLIENTI
Anche il 2002 ha visto confermata la suddivisione ormai storica delle vendite di macchine in riferimento alle sei diverse tipologie di industrie ceramiche clienti, ossia i settori produttori di piastrelle, sanitari, laterizi, stoviglieria, refrattari e ceramica varia.

L’industria delle piastrelle, che incide per l’81,3% sulla formazione del fatturato totale del settore, è risultato il maggior responsabile del forte calo dei volumi di vendite complessivi: il valore delle vendite di impianti per la produzione di piastrelle è infatti sceso da 1.251,6 a 1.180,3 milioni di euro (-5,7% sul 2001, con una perdita in valore assoluto di 71,3 milioni di euro).

Le vendite in Italia hanno registrato un calo del 4,9% sul 2001 scendendo a 373,2 milioni di euro, con una perdita in valori assoluti di oltre 19 milioni di euro. Peggiore è stato l’andamento delle esportazioni destinate a questo specifico comparto, pari a 807,2 milioni di euro (-6,1% sul 2001, con una perdita netta di 52 milioni di euro).

Per quanto riguarda le altre tipologie di macchine per ceramica, sono risultate in crescita le vendite di macchine per laterizi (da 156 a 160 milioni di euro), le macchine per sanitari (da 64,6 a 66,6 milioni di euro) e le macchine per refrattari (da 7,8 a 9,3 milioni di euro); in calo, invece, le vendite di macchine per stoviglieria (da 35,5 a 29,8 milioni di euro) e quelle destinate alla ceramica varia (da 7,6 a 6,4 milioni di euro). Si tratta in questi casi di volumi di fatturato piuttosto modesti, che, al di là delle variazioni percentuali a volte anche significative, hanno mantenuto negli ultimi 5 anni un peso in valore assoluto praticamente stabile.

LE TIPOLOGIE DI MACCHINE
Nel 2002 il valore delle vendite delle singole tipologie di macchine ha visto pochi significativi cambiamenti. Tra gli impianti più centrali della linea di produzione ceramica, si rafforza la prevalenza delle macchine destinate alla formatura del prodotto (presse e stampi), che rappresentano il 25,2% del fatturato totale e che hanno registrato un incremento del 9,9% rispetto al 2001. Cresce analogamente il peso degli impianti di smaltatura e decorazione (+2% sul 2001), mentre subiscono un decremento le vendite di impianti di cottura (-4,9%) e di macchine per la preparazione delle terre (-15,3%).

I MERCATI
Sebbene nel 2002 il valore complessivo delle esportazioni sia diminuito in maniera significativa, il ranking dei principali mercati di destinazione è rimasto invariato, con l’unica eccezione del Medio Oriente che sorpassa i paesi asiatici, collocandosi al secondo posto.

Nello specifico, l’Unione Europea, pur confermandosi prima area di esportazione, ha registrato, per il secondo anno consecutivo, un netto calo delle vendite (-26,4%), passando da 336,5 a 247,6 milioni di euro e scendendo ad una quota del 25,6% del fatturato estero totale. Sulla minore domanda di tecnologia in quest’area hanno certamente influito le maggiori difficoltà incontrate dall’industria spagnola delle piastrelle sui propri mercati di riferimento.

Confermata la tendenza registrata nel 2001 anche per il Medio Oriente, oggi secondo mercato di esportazione (assorbe il 15,9% dell’export totale), grazie ad un aumento delle vendite ininterrotto ormai dal 1999: nel 2002 il fatturato registrato in quest’area è stato pari a 153,9 milioni di euro (+35,9% sul 2001).
Un’analoga tendenza è quella relativa alla domanda proveniente dai paesi dell’Est Europa, anch’essa in crescita costante dal 1997: nel 2002 le vendite hanno raggiunto i 127,7 milioni di euro (+13,8% sul 2001).
Sia per il Medio Oriente che per l’Europa Orientale, la maggiore domanda di tecnologia deriva dal progressivo e costante sviluppo di un’industria ceramica locale ancora molto giovane e che lascia inoltre prevedere ulteriori forti potenzialità di crescita.

Prima battuta d’arresto, invece, sui mercati asiatici (al netto della Cina), dove, dopo due anni di crescita a due cifre, le vendite sono scese nel 2002 a 132,5 milioni di euro (-23% sul 2001). Più contenuto il calo delle vendite in Cina, scese da 88,5 a 85,5 milioni di euro (-3,4% sul 2001), valore ormai stabile da 3 anni.

Confermata la tendenza negativa iniziata nel 2001 anche in Sud America, dove le vendite sono passate da 85,5 a 79,3 milioni di euro (-7,3% sul 2001). La minore richiesta di tecnologia in America Latina è frutto del perdurare della crisi economica dell’area, oltre che della flessione registrata nel maggiore mercato sudamericano, ossia il Brasile (quarto produttore mondiale di piastrelle), che, a causa della sempre più aspra concorrenza, fatica a imporre i propri prodotti sui mercati internazionali a prezzi remunerativi, riducendo di conseguenza i margini necessari per investimenti in nuova tecnologia.

Positivo, infine, l’andamento delle esportazioni in Africa (+27%) e nell’area nordamericana del Nafta (+2,8%).

PREVISIONI SULL’ANDAMENTO DEL SETTORE NEL 2003
Per quanto il 2002 abbia accentuato la fase critica avviata l’anno precedente, le maggiori preoccupazioni derivano non tanto dai valori assoluti di fatturato, quanto piuttosto dallo scenario generale del settore e dall’incertezza del quadro economico mondiale che influisce pesantemente su un comparto che storicamente ricava dalle esportazioni i due terzi del proprio fatturato, con presenze consolidate su tutti i mercati mondiali.

Come ha sottolineato il Presidente di Acimac, Franco Stefani, “è soprattutto il livello di redditività delle imprese a preoccuparci, causa la riduzione dei prezzi di vendita in un contesto caratterizzato da una sempre crescente concorrenza, sia tra le stesse aziende italiane che proveniente da competitors internazionali”.

“Dal momento che per l’anno in corso non si prevede una positiva inversione di tendenza – continua Franco Stefani – diventa compito delle nostre imprese trovare soluzioni idonee a fronteggiare l’attuale contesto. Personalmente ritengo siano due i fronti su cui agire: da un lato continuare a sollecitare il mercato con proposte tecnologiche sempre più innovative, sarebbe infatti un errore fatale rinunciare proprio adesso alla ricerca e alla innovazione; dall’altro cominciare a considerare come fattore vitale il processo di aggregazione delle nostre imprese, ancora troppo piccole per riuscire ad assorbire i costi crescenti della ricerca e del presidio dei mercati”.

Un invito che il presidente di Acimac ha ribadito agli imprenditori in occasione della Assemblea Annuale che ha avuto luogo venerdì 6 giugno 2003.

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