Quirinale rinnovato

Nuovo look per il palazzo-simbolo della vita politica del paese. Con la rimozione dei primi ponteggi, emerge il color bianco travertino che restituira’ il palazzo alle sue origini, nel ‘500, quando le pareti esterne dovevano simulare un edificio scolpito nella pietra. Per il 2 giugno, Festa della Repubblica, è prevista l’inaugurazione ufficiale. Il restauro, avviato a maggio dell’anno scorso, e’ stato preceduto da cinque anni di indagini scientifiche su intonaci, marmi, travertini, elementi in stucco, e di ricerche d’archivio e iconografiche: ”La facciata esterna – ha spiegato Alma Maria Mignosi Tantillo, direttrice dell’Istituto centrale per il restauro – presentava estesi rifacimenti. Le tracce più’antiche dell’intonaco, risalenti all’epoca di Sisto V, sono state ritrovate solo nella sezione che da’ su via della Panetteria: “si trattava di un intonaco chiaro, non lisciato ma volutamente scabro, che puntava ad imitare la pietra da taglio”. La superficie chiara ha dominato poi gran parte della storia del palazzo e risponde al suo ‘atteggiamento originale’, alle linee architettoniche cinquecentesche e seicentesche (nate con e per un colore molto chiaro) e all’attuale contesto, con il bianco freddo della Consulta e la mezzatinta in terra d’ombra naturale, di ispirazione ottocentesca, delle Scuderie: ”Il contesto – ha sottolineato Ruggero Martines, soprintendente ai Beni architettonici e al paesaggio di Roma – e’ un elemento imprescindibile, più’che mai in una città’ come Roma, da sempre legata al colore e alla mimesi”. Nessun ripristino, comunque, del passato, ne’ ritorno alla Roma prebarocca o a un originale ”che non esiste”, come ha sottolineato il soprintendente al Polo museale romano Claudio Strinati, ma un tentativo di ”proporre la dimensione della luce” e insieme momento di memoria e conoscenza del progetto originario. Addio, dunque, all’ocra scuro tipico della Roma del ‘900, diffusosi alla fine del secolo precedente in omaggio ai Savoia e al giallo Torino tanto caro a Vittorio Emanuele III: un colore caldo e riconoscibile, ”ma anche l’unico – ha raccontato Martines – in grado di coprire il viola scuro degli intonaci non ancora completi dei palazzi di via XX Settembre, quando Roma neo-capitale ricevette la visita del Kaiser Guglielmo”. Ma addio anche al celestino o ‘color dell’aria’, al mattone scuro, al ‘color di vecchio’ o ‘di patine’ di cui talvolta si trova traccia solo nei documenti o nei dipinti. Agli inizi del ‘700 il palazzo torno’ al colore della pietra e rimase tale fino ai primi del ‘900, quando arrivarono il color mattone e le tonalita’ dell’ocra gialla o rossa, gia’ scomparsi da gran parte della città’ con i restauri del Giubileo.

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