Simboli di Luce

Come due gigantesche candele votive l’11 marzo due colonne di luce si sono accese nella notte di New York per ricordare i morti di sei mesi fa al World Trade Center: le ‘Towers of Light’ perforano il buio per perdersi in cielo in memoria delle quasi tremila vite. Visibili da chilometri di distanza le torri di luce resteranno accese per un mese grazie all’impegno di una ditta italiana leader del settore, la Space Cannon, che in febbraio ha illuminato le Olimpiadi di Salt Lake City. Saranno il primo memoriale temporaneo installato a Ground Zero in vista di un monumento piu’ definitivo sul quale ancora non si e’ trovato un accordo. L’ultima proposta e’ arrivata dal giapponese Tadao Ando, uno degli architetti piu’ famosi del mondo. ”C’e’ gente che vorrebbe costruire grattacieli per simbolizzare la ripresa”, ha detto Ando a Washington. L’architetto giapponese ha suggerito di costruire a Ground Zero un gigantesco tumulo ricoperto di erba simile a quello in onore dei caduti di Maratona. ”Una tomba memoriale ricoperta di erba, simile anche alle sepolture della mia citta’ natale, Osaka”, ha spiegato Ando. Simboliche le misure: il tumulo dovrebbe essere la meta’ di una sfera il cui raggio e’ un millesimo di quello della Terra. ”Perche’, qualunque cosa accada, Ground Zero e’ diventato il centro simbolico del mondo, un luogo dove la gente sia stimolata a pensare a come convivere in pace su questo pianeta”. In attesa di una decisione sul futuro di Ground Zero saranno le torri di luce a simbolizzare la rinascita di una New York che, sei mesi dopo, ricorda. L’installazione costera’ una cifra simbolica, 500 mila dollari, che includono anche la sorveglianza 24 ore su 24 di tecnici addetti a spegnere le colonne luminose se richiesto dalla Federal Aviation Administration che regola il traffico aereo. L’idea di ricreare le torri suggerendone almeno la loro presenza spettrale e’ venuta indipendentemente, pochi giorni dopo le stragi, a due architetti del West Village, Gustavo Bonevardi e John Bennett, e a due giovani artisti concettuali, Paul Myoda e Julian LaVerdiere, che avevano lavorato a lungo al 91esimo piano di uno dei grattacieli crollati. ”E’ una presenza eterea, non concreta”, ha spiegato Myoda del progetto realizzato in comune e che il ‘New York Times’ in settembre aveva anticipato come copertina del suo ‘magazine’ domenicale. Cuore dell’installazione saranno 88 ‘cannoni di luce’ da 7000 watt della Space Cannon di Fubine in provincia di Alessandria. I potentissimi fari saranno puntati in modo che i raggi di luce diano l’idea di due gigantesche colonne: ”Il progetto prevede di ricostruire il vuoto, anziche’ gli edifici”, ha spiegato Bonevardi. Le torri resteranno accese ogni sera fino al 13 aprile: all’alba del 14 le Torri di Luce saranno di nuovo memoria, una candela votiva che si e’ spenta. ”Ma anche una luce temporale – ha osservato La Verdyere – che avra’ aiutato persone ad accettare il dolore”. Fonte Ansa

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