Kabul italiana

Grandi prospettive per le imprese italiane nel neo-liberato Afghanistan. Importanti infrastrutture, centrali idroelettriche, macchinari per l’edilizia, sono solo alcune delle impellenti necessità che animano la terra afghana. Le imprese italiane possono fare molto in un paese completamente da ricostruire ed è proprio l’ambasciatore italiano a Kabul, Domenico Giorgi, a lanciare il messaggio al mondo imprenditoriale nostrano. Lo stesso premier Hamid Karzai ha richiesto un impegno più deciso e decisivo all’Italia. Il nostro paese è presente sia nella fase d’emergenza umanitaria, con 45 milioni di euro, che in quella dell’aiuto alla ricostruzione con un primo stanziamento di 45 milioni di euro per il 2002. Attualmente sono allo studio alcuni progetti di fattibilità anche se il compito appare piuttosto arduo data la carenza di informazioni sulle effettive dotazioni infrastrutturali del territorio. Ad eccezione di Kabul, in cui i servizi ci sono seppur minimi, il resto del paese è completamente da monitorare. Secondo Giorgi “le nostre aziende svolgeranno un ruolo di primo piano quando si passerà alla ricostruzione vera e propria”.

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