Grandi cantieri: ma quando?

Ci vorranno almeno due anni e mezzo prima di dare avvio ai lavori. L’annuncio, neanche tanto imprevisto a dire la verità, è arrivato da Aurelio Misiti, presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici a margine del convegno sulle infrastrutture organizzato nei giorni scorsi a Milano. Dinanzi al disappunto dei partecipanti Misiti si è affrettato a precisare: “Non c’è nessun ritardo nell’applicazione della Legge Obiettivo. L’importante è che sia stata presa la decisione politica circa la realizzazione delle grandi opere. E la decisione è stata assunta a dicembre. Ora però ci troviamo davanti a dei passaggi obbligati che non si possono saltare: lo studio di fattibilità, il progetto preliminare, lo studio di compatibilità ambientale e urbanistica, il progetto definitivo. Si tratta di passaggi che richiedono tempo”. Sempre secondo Misiti è comunque preferibile avere dei tempi di avvio maggiori a fronte di una sicura realizzabilità dell’opera piuttosto che l’illusione di una partenza immediata seguita da un inevitabile prolungamento della tempistica e della relativa chiusura lavori. Il sistema di certezze create dall’attuale sistema legato alla Legge obiettivo sarebbe garanzia del sicuro coinvolgimento dei privati nelle realizzazioni perché: “Quanto c’è incertezza i privati non investono”.

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