Maxiappalti esterofili

L’Italia suscita gli interessi delle imprese estere. La valanga di maxiprogetti previsti dalla Legge Obiettivo non poteva non essere allettante anche per gli operatori d’oltreconfine. Il mercato interno, infatti, si trova nella necessità di rispondere positivamente a una richiesta qualitativamente e quantitativamente rilevante proprio all’indomani di una crisi di settore lunga e drammatica. I colossi d’oltralpe, dunque, trovano terreno facile e cominciano a mostrarsi interessati ad un mercato sino a poco tempo fa ritenuto povero e poco allettante. Il primo caso è rappresentato dalla realizzazione del nuovo polo fieristico milanese a cui mirano consorzi in cui forte è la presenza degli stranieri come l’anglo-australiana Bovis lend Lease che ha firmato un accordo strategico con Pirelli & C. Real Estate. La stessa situazione si ripropone per la realizzazione del Ponte sullo Stretto a cui mira il consorzio formato da Astaldi, Skanka, Hochtief e Vinci. Sino ad oggi si sono tenuti alla larga dal rinnovatamente ricco settore delle costruzioni italiano solo i gruppi dell’ingegneria e dell’impiantistica che progettano e realizzano opere “chiavi in mano” come Snamprogetti, Foster Wheeler Italiana o Tecnicmont.

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