Opere a pioggia

“Un po’ per uno non fa male a nessuno”. Sembra che il Ministro Lunardi abbia fatto proprio il celebre adagio popolare applicandolo pedissequamente alla legge sulle opere pubbliche che porta il suo nome. Lo stesso Lunardi ha compiuto, infatti, un lungo pellegrinaggio presso i presidenti regionali, inclusi quelli di estrazione ulivista. Il tentativo di ingraziarsi tutte le Regioni rischia però di stravolgere il primo fine del Governo che puntava a realizzare poche, grandi opere. La politica condotta sino ad oggi, invece, ha portato alla compilazione di una lista di circa 80 interventi. Per citarne solo alcuni il Piemonte di Enzo Ghigo ha avuto la promessa della Torino-Lione ferroviaria, del traforo del Mercantour e dell’autostrada Asti-Cuneo. La Lombardia si aggiudica tre nuove grandi arterie stradali come la Pedemontana, la Brebemi e il corridoio Tibre. Alla Liguria dovrebbe essere destinato l’ampliamento della statale 28, il raddoppio della Voltri-Rivarolo e della Genova-Ventimiglia e il contestato terzo valico dell’alta velocità Milano-Genova. Con la Lunardi queste opere andranno all’approvazione del Cipe per passare alla fase esecutiva con il sistema del general contractor. I dubbi sull’intera operazione sono molti. L’Ance teme che l’estensione a tutte le opere del general contractor finisca per schiacciare le piccole e medie imprese. Le Regioni, dal canto loro, potrebbero rivendicare una maggiore autonomia gestionale delle opere tanto da appellarsi alla Corte Costituzionale. Infine, i fondi necessari per realizzare questo lungo elenco di infrastrutture potrebbero in realtà non esserci oppure, nella migliore delle ipotesi, risultare del tutto insufficienti.

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