Emergenza infrastrutture

Lo sostiene il Ministro Pietro Lunardi. Intervenuto ad un incontro all’Aiscat, l’associazione nazionale delle societa’ autostradali e dei trafori, il neo ministro, ha lanciato l’allarme infrastrutture. “L’emergenza e’ tale – ha, infatti, dichiarato – che occorre operare in regime di straordinarietà”. Dobbiamo vivere in emergenza non fermarci di fronte a niente, senza pero’ arrecare danni ambientali, tenendo ben presente tuttavia che ”i nostri interlocutori non sono gli ambientalisti ma tutti gli italiani che hanno bisogno di mobilità”. “E’ una cosa indecente il fatto che non ci siano ancora le tre grandi direttrici del Nord”. Tra le opere in calendario in via prioritaria, oltre alle grandi dorsali centrale, adriatica e tirrenica, Lunardi ha citato tra le altre il nodo di Mestre, la variante di valico, la Cecina-Civitavecchia, la Salerno-Reggio Calabria. Slogan come ‘cementificazione o desertificazione’ sono falsi e vanno combattuti: al contrario, ha osservato il ministro, e’ vero che il verde e’ preponderante e che le infrastrutture occupano allo stato appena l’un per cento del territorio nazionale e che le aree dei parchi naturali vanno attrezzate altrimenti rischiano uno stato di degrado e di abbandono. E sarà proprio la legge-obiettivo, lo strumento legislativo di cui si dotera’ il nuovo governo per creare corsie preferenziali nell’attuazione delle grandi opere pubbliche, a garantire che si possa procedere senza intoppi verso la strada di un nuovo sviluppo infrastrutturale. La legge ”e’ gia’ pronta” ha detto Lunardi aggiungendo che gli investimenti nella costruzione delle grandi opere avranno l’obiettivo di incrementare il prodotto interno lordo e l’occupazione. Molto probabilmente verra’ inserita in finanziaria per consentire ”tempi più certi e piu’ rapidi”. Lunardi ha quindi elencato i 5 obiettivi economico-politici del governo in tema di infrastrutture che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi presentera’ lunedi’ prossimo al Senato. Al primo posto, la necessita’ di ”colmare il gap quantitativo e riequilibrare la dotazione di infrastrutture dell’Italia rispetto al resto d’Europa; contribuire con gli investimenti nelle infrastrutture all’incremento del pil e all’occupazione; dare integrazione e unitarieta’ al territorio italiano con il grande territorio comunitario; accreditare il ruolo dell’Italia quale ponte fra l’Europa e il Mediterraneo, e quale cerniera tra Oriente e Occidente”. Infine, ha detto ancora il ministro, ”far compiere un salto di qualita’ al Paese che coinvolga il prestigio, l’orgoglio e la volontà di competere”. Fonte Ansa

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